L'Opinione
edizione 166 del 02-08-2007
edizione 166 del 02-08-2007
Per la strage di Bologna esiste una sola verità e nemmeno l’evidenza farà cambiare idea
"La matrice fascista non passa mai di moda"
di Giorgio De Neri
Ogni anno di questo periodo arrivano come frutti di stagione i finti scoop sulla strage di Bologna. Tutti di segno colpevolista come per ribadire la ormai poco creduta verità processuale. Quest’anno, facendo finta di non avere sentito in tv il figlio di Massimo Sparti, il supertestimone che ha inchiodato all’ergastolo Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, accusare il proprio ormai defunto genitore di mendacio e di mitomania, lo scoop in ginocchio rispetto alle tesi dei pm di Bologna l’ha fatto Riccardo Bocca, caporedattore de “L’Espresso” (che si è andato letteralmente ad accattare una poco probabile nuova teste, che non si è mai presentata a un magistrato o se lo ha fatto ha avuto a dir poco nessuna audience) la quale avrebbe affermato di avere notato gli ex terroristi dei Nar vestiti da tirolesi alla stazione di Bologna poco prima del botto. Una versione che sembra fatta apposta per confermare le incredibili dichiarazioni proprio di Massimo Sparti, il pentito della Banda della Magliana che ebbe la libertà in cambio di questa pseudo delazione. Come se non bastasse sempre “L’espresso”, quello in edicola venerdì, vende per nuovi i filmati presi da due operatori subito dopo l’attentato, mentre sono già passati in Rai almeno due volte. Peraltro sono filmati in cui non appare alcunché di inedito.
Ecco come anche questa poco riuscita trovata viene presentata da “L’Espresso”: “Quella mattina del 2 agosto 1980, pochi minuti dopo le 10.25 nella piazza della Stazione arrivarono anche Enzo Cicco e Giorgio Lolli, meno di quarant'anni in due. Arrivarono di corsa, prima delle ambulanze. Da poche settimane i due ragazzi avevano cominciato a collaborare come cameraman per Punto Radio Tv, storica emittente nata da un'idea di Vasco Rossi e poi acquistata dal Pci. Le loro immagini documentano l'incredibile: la polvere, il sangue, la disperazione, la rabbia. Ma soprattutto lo stupore per quell'attentato così mostruoso che aveva sepolto turisti, pendolari, ferrovieri, baristi, ferrovieri. Perché nessuno anche in quei primi istanti ha mai dubitato sulla matrice della strage: l'odore dell'esplosivo era inconfondibile.” Già, un odore fascista, evidentemente. Talmente forte da escludere quello di tutte le altre ipotesi alternative, come quella della strage per ritorsione voluta da Gheddafi per le manovre diplomatiche dell’Italia con Malta ai danni della Libia, o come quella dell’incidente capitato a Thomas Kram, l’uomo del gruppo Separat agli ordini del terrorista Carlos Ilich Ramirez, meglio conosciuto come Carlos, durante un trasbordo di esplosivo alla stazione.
E questo a dispetto delle nuove prove trovate da due consulenti di prestigio della Commissione Mitrokhin come il giornalista Giampaolo Pelizzaro e il magistrato Lorenzo Matassa. Secondo i quali era pacifico, e la polizia italiana lo sapeva, che il 2 agosto 1980 Kram si trovava a Bologna. E guarda caso la sua compagna di lotta armata, fermata due anni dopo, aveva esplosivo della stessa natura. Senza contare che l’anno scorso il gruppo di Carlos era stato condannato in blocco per attentati sui treni in Germania sempre con lo stesso tipo di esplosivo usato a Bologna. Sia come sia, quest’anno quella piccola parte estremamente politicizzata a sinistra dei familiari delle vittime della strage, quella che fa capo a Paolo Bolognesi, si è già mossa in largo anticipo facendosi ricevere dalle massime autorità dello stato e del governo. Loro cercano assicurazioni perché la matrice della strage non cambi: deve restare fascista anche quando l’evidenza delle cose sembra congiurare verso tutta un’altra direzione.
Il ragionamento è: meglio dei colpevoli di repertorio che nessun colpevole. O anche: meglio un verità processuale che una verità storica. Anche se poi tutti i ragionamenti cozzano contro l’evidenza di un fatto incontestabile: se i servizi segreti dell’epoca, il Sismi targato P2 di Santovito, hanno effettivamente deviato nelle indagini, ormai tutti capiscono che lo hanno fatto ai danni dei neo fascisti dell’epoca e per salvaguardare i segreti di stato inconfessabili tra l’Italia di Andreotti e la Libia di Gheddafi e l’Olp di Arafat. Il tempo è galantuomo, prima o poi anche questa “strage fascista” non verrà più giudicata tale. Almeno non dai nostri posteri cui spetterà “l’ardua sentenza” e che si spera siano un po’ meno politicizzati e trinariciuti dei loro antenati odierni.(pagina web originale)
di Giorgio De Neri
Ogni anno di questo periodo arrivano come frutti di stagione i finti scoop sulla strage di Bologna. Tutti di segno colpevolista come per ribadire la ormai poco creduta verità processuale. Quest’anno, facendo finta di non avere sentito in tv il figlio di Massimo Sparti, il supertestimone che ha inchiodato all’ergastolo Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, accusare il proprio ormai defunto genitore di mendacio e di mitomania, lo scoop in ginocchio rispetto alle tesi dei pm di Bologna l’ha fatto Riccardo Bocca, caporedattore de “L’Espresso” (che si è andato letteralmente ad accattare una poco probabile nuova teste, che non si è mai presentata a un magistrato o se lo ha fatto ha avuto a dir poco nessuna audience) la quale avrebbe affermato di avere notato gli ex terroristi dei Nar vestiti da tirolesi alla stazione di Bologna poco prima del botto. Una versione che sembra fatta apposta per confermare le incredibili dichiarazioni proprio di Massimo Sparti, il pentito della Banda della Magliana che ebbe la libertà in cambio di questa pseudo delazione. Come se non bastasse sempre “L’espresso”, quello in edicola venerdì, vende per nuovi i filmati presi da due operatori subito dopo l’attentato, mentre sono già passati in Rai almeno due volte. Peraltro sono filmati in cui non appare alcunché di inedito.
Ecco come anche questa poco riuscita trovata viene presentata da “L’Espresso”: “Quella mattina del 2 agosto 1980, pochi minuti dopo le 10.25 nella piazza della Stazione arrivarono anche Enzo Cicco e Giorgio Lolli, meno di quarant'anni in due. Arrivarono di corsa, prima delle ambulanze. Da poche settimane i due ragazzi avevano cominciato a collaborare come cameraman per Punto Radio Tv, storica emittente nata da un'idea di Vasco Rossi e poi acquistata dal Pci. Le loro immagini documentano l'incredibile: la polvere, il sangue, la disperazione, la rabbia. Ma soprattutto lo stupore per quell'attentato così mostruoso che aveva sepolto turisti, pendolari, ferrovieri, baristi, ferrovieri. Perché nessuno anche in quei primi istanti ha mai dubitato sulla matrice della strage: l'odore dell'esplosivo era inconfondibile.” Già, un odore fascista, evidentemente. Talmente forte da escludere quello di tutte le altre ipotesi alternative, come quella della strage per ritorsione voluta da Gheddafi per le manovre diplomatiche dell’Italia con Malta ai danni della Libia, o come quella dell’incidente capitato a Thomas Kram, l’uomo del gruppo Separat agli ordini del terrorista Carlos Ilich Ramirez, meglio conosciuto come Carlos, durante un trasbordo di esplosivo alla stazione.
E questo a dispetto delle nuove prove trovate da due consulenti di prestigio della Commissione Mitrokhin come il giornalista Giampaolo Pelizzaro e il magistrato Lorenzo Matassa. Secondo i quali era pacifico, e la polizia italiana lo sapeva, che il 2 agosto 1980 Kram si trovava a Bologna. E guarda caso la sua compagna di lotta armata, fermata due anni dopo, aveva esplosivo della stessa natura. Senza contare che l’anno scorso il gruppo di Carlos era stato condannato in blocco per attentati sui treni in Germania sempre con lo stesso tipo di esplosivo usato a Bologna. Sia come sia, quest’anno quella piccola parte estremamente politicizzata a sinistra dei familiari delle vittime della strage, quella che fa capo a Paolo Bolognesi, si è già mossa in largo anticipo facendosi ricevere dalle massime autorità dello stato e del governo. Loro cercano assicurazioni perché la matrice della strage non cambi: deve restare fascista anche quando l’evidenza delle cose sembra congiurare verso tutta un’altra direzione.
Il ragionamento è: meglio dei colpevoli di repertorio che nessun colpevole. O anche: meglio un verità processuale che una verità storica. Anche se poi tutti i ragionamenti cozzano contro l’evidenza di un fatto incontestabile: se i servizi segreti dell’epoca, il Sismi targato P2 di Santovito, hanno effettivamente deviato nelle indagini, ormai tutti capiscono che lo hanno fatto ai danni dei neo fascisti dell’epoca e per salvaguardare i segreti di stato inconfessabili tra l’Italia di Andreotti e la Libia di Gheddafi e l’Olp di Arafat. Il tempo è galantuomo, prima o poi anche questa “strage fascista” non verrà più giudicata tale. Almeno non dai nostri posteri cui spetterà “l’ardua sentenza” e che si spera siano un po’ meno politicizzati e trinariciuti dei loro antenati odierni.(pagina web originale)
N.B.: ovviamente l'intento di questi due post non è quello di cercare biecamente di politicizzare un evento tanto drammatico, ma solo quello di diffondere (nel mio piccolo e per quanto mi è possibile) notizie e ipotesi verosimili che troppo spesso sono state, senza una valida ragione, ignorate e taciute.
Dal momento che la verità su quell'orribile episodio di sangue non è mai emersa in modo chiaro ed incontestabile esaminare tutte le ipotesi che abbiano un minimo di fondamento logico mi sembra doveroso.
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