venerdì 16 maggio 2008

RASSEGNA STAMPA (4): CINA E PROPAGANDA

La Gazzetta dello Sport
"Baldini assaggia la Cina: «Ora so cos'è la propaganda»"
Il maratoneta d'oro ad Atene 2004 visita per la prima volta Pechino: "Qui in Cina l'individuo non esiste. Ho visto che la gente obbedisce a ordini che vengono dall'alto"
di Francesco Liello
PECHINO (Cina), 18 aprile 2008 - Dopo la delusione di Londra, Stefano Baldini ha deciso di voltare pagina volando a Pechino per un sopralluogo al percorso della maratona olimpica. Una visita voluta anche da Coni e Fidal per permettere all'atleta di capire meglio la gara che dovrà affrontare. Baldini è la prima delle punte azzurre a venire in Cina anche per controllare un problema di cui si parla da anni: le condizioni atmosferiche della città, criticata per l'inquinamento.
L’INQUINAMENTO - Ma nell'ultimo mese molte cose sono cambiate e la situazione, con una forte crescita di nazionalismo, l'ha notata anche Baldini in soli due giorni. "Martedì pomeriggio sono andato a fare una passeggiata vicino all'hotel, a Piazza Tienanmen e verso la Città Proibita, e sono stato fermato da molte persone" dice, ma non era perché riconosciuto come campione olimpico, ma solo perché i cinesi che parlano un po' di inglese fermano la gente per strada per poter chiacchierare (a parte chi cerca poi di vendere qualcosa). Quello che ha sorpreso Baldini è soprattutto la visione dei cinesi verso la situazione in Tibet: "Ho chiesto se questo delle minoranze fosse un problema da dover risolvere e la risposta è stata affermativa. Lì per lì ho pensato che intendevano che era giusto dover cercare una soluzione ma poi ho capito che invece per loro il problema è proprio la minoranza etnica. Ma credo che non abbiano una vera concezione di quello che accade e si adeguino a quello che viene detto loro". Ed è questo aspetto che Stefano Baldini ha notato di più, anche leggendo il China Daily, giornale in lingua inglese: "E’ la mia prima volta a Pechino e sono curioso, quindi l'ho sfogliato e mi sono subito reso conto che le notizie erano a senso unico. Ho capito il concetto di propaganda di cui spesso si sente parlare. Anche le immagini della fiaccola sono tutte a favore della Cina e contro chi protesta. Questo non vuol dire che io sia a favore di chi fa azioni forti contro la fiaccola, anzi, ma trovo che non sia bello vedere cattiva informazione sui giornali, o almeno vedere solo informazione di parte". E, anche senza leggere giornali in cinese, la sua impressione è che succede a tutti i livelli: "Come per l'inquinamento. Fino a poco tempo fa andavano tutti in giro con le mascherine davanti alla bocca, poi il governo ha iniziato a dire che non c'è inquinamento e le hanno tolte. Ma basta alzare gli occhi al cielo per vedere quanto è sporca l'aria. Credo che la gente ancora non sia in grado di fare scelte individuali".
LA SPERANZA - Ma da uomo di sport, nonostante i problemi del Tibet, nonostante l'inquinamento e nonostante i diritti umani in generale, trova che l'idea del boicottaggio sia delle peggiori: "Non serve a niente, trovo che sia meglio venire qua e dire la nostra mentre ci siamo. Esprimere quello che pensiamo in prima persona. Imporre di non venire significa rovinare la festa degli atleti. Perché comunque per noi gente di sport l'Olimpiade è e rimane una festa, un momento di unione". Se molti dicono che i Giochi abbiano però perso certi valori, lui non è d'accordo: "Certo, come per il mondo, anche lo sport è cambiato e quando sento chi riporta l'Olimpiade ai valori del dilettantismo mi vien da ridere. Per un atleta l'Olimpiade è uno dei grandi obiettivi della vita, passiamo anni importanti sui campi di allenamento e sentire che qualcuno ci vuole togliere il sogno non mi sta bene". Anche le scelte dei politici lo lasciano perplesso: "Non conosco a fondo certi problemi, ma trovo curiosa anche l'idea di boicottare la cerimonia d'apertura. Credo invece che anche i politici dovrebbero venire e dire quello che pensano. E poi non mi sembra che il mondo delle aziende abbia preso posizione contro la Cina, quindi perché chiedere di farlo solo allo sport?" Però non ne sottovaluta la potenza e sull'impatto dell'Olimpiade Baldini nutre speranze: "Ci sono ancora diversi mesi e io non dispero che possa cambiare qualcosa. D'altronde, rispetto al 2001, quando i Giochi sono stati assegnati alla Cina, credo che di cose ne siano già cambiate tante".
(pagina web originale)

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