domenica 25 maggio 2008

E QUESTO SAREBBE L'UOMO CHE VORREBBE MORALIZZARCI TUTTI QUANTI?

Lo scorso 25 aprile, in concomitanza con la Festa della Liberazione, Beppe Grillo, replicando la fortunata iniziativa dell'anno precedente, ha allestito un altro V-Day.
Il teatro dell'evento è stato Piazza San Carlo a Torino, dove lo showman genovese ha parlato di fronte a circa 40.000 persone.
A differenza di quanto avvenuto in occasione del primo V-Day, dove il bersaglio principale delle invettive di Grillo era costituito dalla classe politica, il tema del V2-Day è stato la libertà di informazione (non a caso lo slogan scelto era Libera informazione in libero Stato).
La tesi di Grillo è che l'informazione italiana è malata, ed individua la causa principale all'origine della cattiva qualità dell'informazione italiana nella commistione fra mezzi di informazione e politica, proponendo tre rimedi: l'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria (regolato dalla legge 416 del 1981), l'abolizione dell'ordine dei giornalisti e l'abolizione della legge Gasparri.

Premessa: in quanto liberale non posso che concordare circa la necessità di abolire l'ordine dei giornalisti e il finanziamento pubblico all'editoria.
Il liberalismo infatti combatte ogni tipo di corporazione (ogni programma liberale degno di questo nome non può che prevedere l'abolizione degli ordini professionali, che infatti è uno dei 13 punti di Decidere.net) e sostiene che il successo o meno di ogni iniziativa commerciale deve essere determinato esclusivamente dal mercato, condannando ogni sorta di finanziamento o sussidio pubblico.
Per quanto riguarda la legge Gasparri non ho conoscenze tecniche sufficienti per poter esprimere un'opinione al riguardo, ma il fatto che l'Unione Europea abbia aperto una procedura di infrazione a carico dell'Italia obbligando il nostro Paese a modificare alcuni punti di quel provedimento mi induce a pensare che alcune critiche e rilievi siano effettivamente fondati.

Nella sostanza, per quanto riguarda il tema dell'informazione, sono quindi abbastanza d'accordo con Grillo.
Dissento invece in modo radicale con i suoi metodi.
Personalmente, e credo di dire un'ovvietà, ritengo che uno dei maggiori problemi che affligge l'Italia sia costituito dalla diffusa ignoranza e superficialità delle maggioranza delle persone. Inoltre, con tutti i doverosi distinguo del caso, visto che generalizzare è sempre sbagliato, chi ha la possibilità di viaggiare abbastanza frequentemente all'estero quando torna in Italia (o osservando il comportamento di molti nostri connazionali in vacanza oltre confine) non può non notare la dilagante maleducazione presente nella società italiana.
Il raffronto con altri contesti è impietoso.
Appurato questo aizzare un vasto numero di numero di persone attraverso l'uso del turpiloquio ed infarcendo costantemente i propri discorsi di parolacce, insulti e volgarità pesanti e gratuite, insegnando alla gente che la risposta ai problemi consiste nell'urlare a squrciagola "Vaffanculo!" non mi sembra sia il modo migliore per combattere l'ignoranza, la stupidità, la superficialità, la volgarità e la maleducazione degli italiani.
E, lo ripeto, questa considerazione prescinde dal fatto che le idee espresse siano buone o meno (come detto in questo caso non ho alcuna difficoltà ad ammettere che le iniziative proposte da Grillosia a mio parere siano in larga misura corrette).
Di modelli che insegnino alla gente ad essere più civile e a combattere le proprie battaglie in modo diverso ci sarebbe invece bisogno come il pane.

Detto questo, se quanto afferma l'articolo che ho letto e che riporto qui sotto è vero, il rifiuto di Grillo a concedere l'autorizzazione per la pubblicazione di un libro che parla di lui stride vistosamente con la vibrante denuncia rivolta contro i mass media, rei di occultare, imbavagliare e censurare le notizie, e l'invocazione di un'informazione realmente libera, senza filtri e senza paletti di sorta.

Generazione Elle
17 aprile 2008
"Chi ha paura di Beppe Grillo?" - Anteprima
Da oggi in libreria grazie a Emilio Targia
Strana storia quella di questo libro, o forse no? Alla fine del 2006, la casa editrice Longanesi mette sotto contratto gli autori, annuncia il libro sul proprio catalogo e ad alcuni giornali. Ma il 27 febbraio 2007, la casa editrice invia una comunicazione agli stessi autori con la quale disdice il contratto poiché “senza liberatoria” da parte di Grillo il libro non può uscire. Pare, dopo aver ricevuto un fax nel quale si “diffidava a pubblicare” il libro.Va detto che molte altre “grandi” case editrici si sono rifiutate di pubblicare il libro!
E allora Chi ha paura di Beppe Grillo? Perché e in base a cosa? Non rimaneva che indagare a fondo, “verificare”, la figura di una star dei media, ora divo del blog, e infine diventata “portavoce degli insoddisfatti”.
Oliviero Toscani, nella sua prefazione, “scatta una fotografia” del personaggio:
Per fortuna c’è Grillo.
Lui è la cartina di tornasole di quanto sia facile trasformare i falsi problemi in veri problemi.
Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: per fortuna si è inventato da solo, perché nessuno di noi sarebbe stato in grado di farlo.
Personalmente non voglio giudicare se quel che Grillo dice sia giusto o sbagliato, perché non mi interessano solamente le cose giuste. Anzi, è da quelle sbagliate che si capisce ciò che è giusto.
La mistificazione, la contraddizione, l’assurdità, il delirio, l’enfatizzazione perenne, la strumentalizzazione, l’alterazione, la montatura, la demagogia. Su tutte queste corde solamente poche persone riescono a stare in equilibrio e saltare da una all’altra: Grillo in questo è maestro.
Ciò che dice è così banale che riesce addirittura a risultare scioccante e il comico diventa chi lo ascolta.
La sua forza sta nell’essere riuscito a invertire ruoli e termini tra società e comicità: lui che è comico infatti incarna la società, diventa la società. La società, a sua volta, con gli inetti, buoni a nulla e impresentabili uomini di Palazzo, diventa comica. Di una comicità della quale non si riesce nemmeno più a ridere.
Il giorno in cui i mentecatti della politica spariranno e questo paese diventerà normale, Grillo non servirà più.
Il libro si snoda lungo un’analisi del fenomeno “Grillo”, anche attraverso una serie di testimonianze di persone che hanno assistito agli spettacoli di Beppe Grillo, di giornalisti che si sono occupati del suo “lavoro”, o che hanno avuto a che fare con lui direttamente, e di colleghi dello stesso Grillo.Voci a favore e voci contro: d’altronde il personaggio è di quelli che “si amano o si odiano”.
Nell’affollatissima sala dei commenti sul fenomeno Grillo in questi anni nessuno, fino a oggi, si era cimentato nella complicata impresa di analizzarne le cause, rintracciarne le origini, scandagliarne le caratteristiche.
Selene Edizioni
via Carpaccio, 5 - 20133 Milano
tel. 02.26.68.17.38 - 3479702259
fax 02.59.61.11.12
selene@edizioniselene.it - www.edizioniselene.it
Per arrivare a costruire questo libro-percorso, primo saggio “crossmediale” su Beppe Grillo in Italia, gli autori hanno studiato il suo blog per tre anni, seguito Grillo in molte manifestazioni pubbliche nelle piazze italiane, fotografato gli sguardi degli spettatori dei suoi spettacoli (intervistandone a centinaia), rovistato gli archivi, spulciato i giornali, affrontando insomma un vero e proprio "viaggio" all’interno del mondo di Grillo, per provare prima a capire, e poi a raccontare, luci e ombre del Grillo-pensiero.
Dalla postfazione di Marco Pannella: « […] i suoi autori meriterebbero quasi di esser vissuti come il Virgilio, l’“autore”, la guida, dal Dante-Grillo nostro. Otto decimi del libro gli danno, infatti, dialogicamente, la parola, con cura di fedeltà e di mediazione positiva, rispettosissimamente grande e intelligente».
Indubbiamente questo è il primo libro che affronta la figura di Beppe Grillo nel suo complesso e nella sua storia, ma anche nella sua complessità, dagli spettacoli all’avvento del blog, alle piazze e di nuovo agli spettacoli.
Gli autori – De Maria, Fleischner, Targia – cercano anche di capire cosa può voler dire “essere un monologhista”; e in questo ci aiuta ancora Marco Pannella nella sua postfazione: « […] Dalla tua singolarità, dalla tua forza, da te, è indispensabile che tu tragga dialogo, non monologo; proposta, non protesta; che tu concepisca e non procrei a caso; non più rabbia, disprezzo, dissipazione e pura eliminazione dell’altro, del male che pur ci abita tutti, maledizione del Potere».
Sorge, quindi, spontaneo il dubbio che porsi come monologhista nei confronti di tutto e di tutti possa significare escludere a priori il confronto con tutti coloro che sono suoi “bersagli”, di porsi al di sopra e al di là di qualsiasi diritto di replica, di auto-eleggersi “protettore” degli esclusi”. Insomma, un libro che nasce per…
…cercare di capire come sia possibile che di punto in bianco qualcuno, in questo Paese, possa, solo schioccando le dita, se lo volesse, occupare il Parlamento;
…cercare di capire come sia possibile che una persona che ovunque vada si lamenti, e accusi praticamente tutti (esclusi gli amici), che in questo Paese non c’è libertà di stampa, eserciti allo stesso tempo l’antica pratica della censura su quanto viene pubblicato su di lui;
…evidenziare, al di là della scossa emotiva e dell’assoluta veridicità delle sue argomentazioni, anche il lato “nascosto” di Grillo: c’è il suo blog che, a detta di molti, più che un blog è un sito commerciale, certo ben mascherato, per la vendita (anche all’ingrosso) dei suoi dvd, libri e biglietti per gli spettacoli;
…presentare il Grillo che non accetta alcun confronto con chicchessia, né politici, né intellettuali, né altri “comici”,
tanto meno con i giornalisti;
…presentare il Grillo che spara a zero contro il copyright, ma poi manda diffide dal pubblicare le sue parole su un qualsiasi mezzo, e il Grillo che si oppone all’uscita di libri che parlino di lui, salvo i suoi, editi in proprio, fatti integralmente con i commenti di chi legge il suo blog;
…cercare di spiegare che, in fondo, Grillo rappresenta proprio un modo di fare politica che è stato “dimenticato”, e che quindi è esattamente l’opposto dell’anti-politica.
”Chi ha paura di Beppe Grillo?” comunque NON è un libro contro Grillo; è in realtà anche, ma forse soprattutto, un libro che racconta la “pancia politica degli italiani” degli ultimi tre anni. Usa come pretesto d’analisi e narrativo Beppe Grillo, che è, nel bene o nel male, un catalizzatore di opinioni forti, urlate, liberatorie, di contro-informazione, anti-politiche, popolari, ma anche terribilmente populiste. Gli autori hanno tenuto Grillo in mano come un termometro, per misurare e annotare la febbre dell’Italia e le sue più recenti e devastanti malattie: dall’arroganza delle caste ai programmi elettorali fotocopia, dalle liste elettorali decise dalle segreterie dei partiti al declino del Paese in ogni suo comparto.
È un libro che vuole suonare un campanello d’allarme CONTRO una nuova casta: la casta di se stessi.
In libreria il 17 aprile 2008
pp. 224 € 15,00
ISBN: 978-88-7894-086-4
Gli Autori:
-Federica De Maria, saggista, linguista e critica letteraria.
-Edoardo Fleischner, pubblicista, esperto e docente di Nuovi Media e Società presso l’Università statale di Milano, saggista.
-Emilio Targia, giornalista professionista e autore radiofonico, attualmente caporedattore di Radio Radicale, saggista.

(pagina web originale)

11 commenti:

Old Whig ha detto...

Mah...Grillo non mi è mai piaciuto...esibizionista, strillone, aizzatore, volgare...e per giunta ipocrita.
Non è di questo che ha bisogno l'Italia.
Un saluto

Federico Zuliani ha detto...

Quoto al 100%!!

Shiver ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Shiver ha detto...

hola, bhe vedo che dopo un po di stasi hai ricominciato a scrivere...ho un bel po di cose da leggere...;)

Anonimo ha detto...

per Old Whig:
infatti il senso del post era proprio questo.
Quello che cercavo di sottolineare è che anche quando dice cose giuste e condivisibili (e capita) lo fa utilizzando un linguaggio e delle modalità che scatenano gli istinti peggiori delle persone...
Mi premeva sottolineare il paradosso secondo il quale lui si scaglia contro la mancanza di etica e di moralità (in particolare della classe politica e dell'informazione) ma lui stesso, se mi si consente il termine improprio, non fa nulla per "civilizzare" le persone...
Anzi, il suo modo di comunicare va esattamente nella direzione opposta...
Non vedo come rendere le persone più volgari, incivili e maleducate, insegnando loro ad urlare e ad insultare in modo pesante possa contribuire in qualche modo a risolvere i problemi (anche quando i problemi denunciati sono reali) o a migliorare la società...
Ricambio il saluto!

per Fede:
grazie!

Anonimo ha detto...

per la Shiver:
tanto lo so che i miei post che parlano -anche se solo di striscio o indirettamente- di politica o che sono lunghi non li leggi!:-)

Anonimo ha detto...

Grillo impersona la casta al mille per mille, con i suoi strpitii inutili e non costruttivi ma volgari guadagna soldi a palate alla faccia dei poveri cittadini creduloni che si fidano ciecamente di ciò che questo giullare buffone gli propina.
A proposito, ha tanto strillato sul condono del Governo Berlusconi ma poi sembre che ne abbia beneficiato anche lui..........Viva la coerenza!!!!!
Un saluto da bio

Federico Zuliani ha detto...

Grande Biuz! New City is everywhere... :)

Anonimo ha detto...

per Bio:
Grazie per il commento e benvenuto!

Anonimo ha detto...

A me è capito di beccare su Radio Radicale la parte del V-Day in cui si propagandava contro la base USA.....

Peccato che ci ha fregato il simbolo di V for Vendetta. Questo lo ritengo grave.

Anonimo ha detto...

"A me è capito di beccare su Radio Radicale la parte del V-Day in cui si propagandava contro la base USA....."
Io quel pezzo l'ho visto ad "AnnoZero", è stata la puntata durante la quale il sempre mitico e grandissimo Vittorio Sgarbi (a proposito, proprio brava la Moratti...) è completamente uscito di testa rendendosi protagonista di una performance epocale che merita di essere ricordata nei decenni a venire...
Francamente non ho capito quale sarebbe il danno che secondo Grillo produrrebbero le basi americane in Italia...
Sull'argomento si è limitato a scandalizzarsi senza fornire un motivo del perchè bisogerebbe farlo...

"Peccato che ci ha fregato il simbolo di V for Vendetta. Questo lo ritengo grave."
Non grave, GRAVISSIMO!!!