venerdì 11 aprile 2008

PER CHI VOTERO' E PERCHE'

Sono da sempre un appassionato di politica. Fin da quando ero bambino.
Come è naturale che sia, nel corso del tempo, sulla base di vari studi, letture, riflessioni e di una maturazione intellettuale personale molte mie opinioni e posizioni sono mutate.
L'approdo finale di questo mio percorso è stato il liberalismo.
Quando l'ho incontrato e ho iniziato ad approfondirlo davanti a me si è dischiuso un mondo nuovo.
Molto banalmente, il liberalismo è la dottrina filosofico-politica che mette al centro di tutto l'individuo ed i suoi diritti, stabilendo che ogni persona gode di una sfera di libertà che non può essere scalfita da nessuno e che ogni persona ha il diritto di compiere ogni azione desideri a patto che questo non rechi danno ad altri o che non impedisca ad altri della possibilità godere degli stessi diritti di cui ha goduto l'individuo in questione; il liberalismo si fonda sulla libertà di scelta, non ha la pretesa di stabilire che cosa è giusto o che cosa è sbagliato e non vuole omologare il pensiero degli individui. Il liberalismo inoltre avversa ogni forma di coercizione e quindi pone dei paletti assai severi riguardo i limiti che non devono essere oltrepassati dall'attività statale (arrivando, in alcune sue varianti, a mettere in discussione il concetto stesso di "Stato").
In sintesi dunque il liberalismo poggia sul concetto di individuo, proponendosi come il sistema in grado di valore al massimo le capacità e i talenti delle singole persone, e si contrappone a visioni collettivistiche della società.
Al contrario di quanto avvenuto in altre parti del globo, come ad esempio all'interno del mondo anglosassone, in Italia le idee e la cultura liberale hanno avuto una diffusione e un impatto assai scarsi.
Il vecchio Partito Liberale Italiano (Pli), nato nel 1922 e ricostituitosi nel1943, durante l'epoca repubblicana e fino al suo scioglimento, avvenuto il 6 febbraio del 1994 sulla scia di Tangentopoli, pur avendo fatto parte di numerose coalizioni di governo, ha sempre avuto un bacino elettorale assai esiguo.
Sul fronte strettamente culturale le cose non sono mai andate meglio, visto che dal dopoguerra in poi la cultura politica che ha avuto la diffusione più vasta tra gli intellettuali è stata quella di matrice marxista, motivo per il quale il liberalismo per decenni è stato di fatto quasi del tutto ignorato a livello accademico.
Questa situazione è parsa poter cambiare quando nel 1993 l'imprenditore Silvio Berlusconi ha annunciato l'intenzione di fare il suo ingresso in politica, progetto che si è concretizzato il 18 gennaio del 1994 con la fondazione di Forza Italia.
Berlusconi espresse fin dal principio, forte della sua esperienza di imprenditore di successo, l'idea di rendere efficiente la macchina statale, di ridurne il peso, sottolineando la necessità di amministrarla come fosse un'azienda e di introdurre concetti che per il nostro Paese erano decisamente rivoluzionari, quali ad esempio la meritocrazia. Il suo progetto era quello di creare un "partito liberale di massa".
Gran parte del vecchio Pli aderì con entusiasmo al nuovo movimento, esaltato dalla prospettiva di poter avere finalmente un posto di rilievo nella vita politica italiana. Il momento della riscossa era finalmente arrivato? Molti liberali credettero di sì.
Sulla bontà dei concetti liberali nessuno ha mai avuto dubbi, e con un'adeguata organizzazione alle spalle e soprattutto forti di un leader che possedeva grande popolarità, eccellenti doti comunicative e ingenti risorse economiche, oltre a controllare vari media, si pensò che si sarebbe riusciti a diffondere in modo efficace quelle idee presso la maggioranza degli italiani.
Il programma con il quale Forza Italia si presentò alle elezioni del 1994 assieme ai suoi alleati (vincendole), scritto quasi interamente da Antonio Martino, era autenticamente liberale e liberista.
Quel governo purtroppo durò solo sei mesi, a causa della Lega Nord che ritirò il suo appoggio.
Seguirono un governo tecnico e un quinquennio nel quale governò il centrosinistra (dal 1996 al 2001).
Il 13 maggio del 2001 il centrodestra rivinse le elezioni con un programma un po' meno liberale rispetto a quello del 1994 ma che comunque generò aspettative altissime tra i liberali, che purtroppo però nei cinque anni seguenti vennero per la maggior parte disattese.
L'azione di quell'esecutivo fu contraddistinta da un'elevata litigiosità interna e, nonostante alcuni buoni provvedimenti, alla fine il bilancio, rispetto alle attese, fu largamente insufficiente. Si registrò una riduzione della pressione fiscale assai bassa (non venne dato seguito al progetto delle due aliquote uniche), non ci fu un imponente processo di privatizzazioni e di liberalizzazioni, la spesa pubblica non diminuì nella misura nella quale ci si attendeva e la burocrazia non venne snellita in modo sensibile e apprezzabile. Contemporaneamente si registrò una progressiva marginalizzazione degli esponenti liberali e sui cosiddetti temi eticamente sensibili il governo operò una decisa sbandata illiberale, che culminò con l'approvazione della legge 40.
Nel 2006 il programma elettorale era decisamente meno liberale di quello del 2001 (un esempio su tutti: era sparita la proposta delle due aliquote uniche) e quello del 2008 rappresenta un'ulteriore regressione, da un punto di vista liberale, rispetto a quello del 2006.
Giulio Tremonti, che in caso di vittoria sarà il ministro dell'economia, lancia da mesi attacchi durissimi nei confronti del libero mercato e della globalizzazione, arrivando a sostenere che l'intervento statale nell'economia è giusto e necessario. Nel programma non c'è traccia di vaste privatizzazioni e liberalizzazioni (banche, assicurazioni, servizi locali, professioni) e anzi, vengono candidati personaggi come il leader della rivolta dei tassisti. Non sono previsti meccanismi di privatizzazione del sistema sanitario. Sono infine presenti numerose misure interventiste e assistenzialiste.
Per quanto riguarda le questioni eticamente sensibili nemmeno l'ombra di provvedimenti quali la depenalizzazione delle droghe leggere, dell'abrogazione della legge Merlin o della legge 40, dell'introduzione del divorzio breve, del testamento biologico, dell'eutanasia, o dell'istituzione di meccanismi privatistici attraverso i quali due persone conviventi, a prescindere dal loro sesso, possano regolare di comune accordo una serie di aspetti.
Manca la previsione di riforme strutturali quali ad esempio, nell'ambito dell'istruzione, l'abolizione del valore legale del titolo di studio.
Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che ormai da qualche anno nessuno dei leader del centrodestra, Berlusconi in primis, cita tra i "padri nobili" esponenti liberali (Mises, Hayek, Friedman) ma solo esponenti della cultura popolare, l'inarrestabile clericizzazione in atto, testimoniata da dichiarazioni tipo quelle rilasciate da Gasparri (“Il Pdl accoglie l’appello di Bagnasco e si impegna a difendere e sostenere i valori cristiani, in difesa della vita e a tutela della famiglia. Nel preambolo al nostro programma di governo abbiamo inserito indicazioni chiare di valori e temi etico-sociali che impegnano da un punto di vista morale tutti i candidati del Pdl. Una sottoscrizione chiara che va al di là del programma e che sarà la stella polare per tutto il Popolo delle libertà”) e l'esclusione di numerosi esponenti liberali dalle liste (Daniele Capezzone, Alfredo Biondi, Dario Rivolta, Egidio Sterpa, Antonio Del Pennino e Lino Jannuzzi), a fronte della presenza di fascisti, statalisti e clericali di ogni sorta, il quadro è fosco.

La quasi totalità dei liberali, giustamente, è delusa, insoddisfatta e frustrata. Che fare dunque?
Ci sono tre possibilità:

1) astenersi;

2) votare Pdl "turandosi il naso";

3) esprimere un voto di protesta, optando per la scheda bianca o nulla o dando la propria preferenza ad un partito minore;


Personalmente ritengo che solo la terza opzione sia costruttiva.
In ogni tornata elettorale c'è sempre una quota di astensione "fisiologica".
Se non mi reco alle urne il mio non voto verrà confuso con l'astensionismo di chi non va a votare perchè non si informa e e si disinteressa della politica come di qualunque altro argomento serio.
Ma anche se vado a votare turandomi il naso non lancio alcun segnale.
La politica è un mercato.
Se io fossi un politico perchè dovrei interessarmi delle opinioni degli astensionisti "fisiologici"?
Tanto è gente che non va a votare a prescindere, non mi è di alcuna utilità.
E viceversa...
Perchè dovrei interessarmi delle preferenze di chi mi vota turandosi il naso?
L'importante è che mi votino, sai quanto me ne importa se sono scontenti o lo fanno con il magone.
Tanto negli anni precedenti ho talmente polarizzato la competizione (come i miei rivali con l'antiberlusconismo) che i miei elettori con i quali ho instaurato un vincolo di fedeltà mi voteranno comunque, anche se delusi, qualunque cosa faccia o dica, non ho bisogno di ascoltarli.
Se io invece dò un voto di protesta, facendo capire di essere un elettore dell'area di centrodestra che però non è disposto a votare il Pdl a prescindere, in un contesto dove ultimamente le elezioni si decidono per un pugno di voti, probabilmente la prossima volta qualche esponente del Pdl si preoccuperà di capire quali sono le mie opinioni, le mie richieste e le mie preferenze. Non lo farà per motivi alti e nobili, ma per puro interesse personale. Questa volta non ho votato per lui, ma il fatto che io mi sia preso la briga di andare al seggio e votare e che tendenzialmente appartenga alla sua area politica significa che potenzialmente sono una persona che la prossima volta potrebbe esprimere una preferenza per lui.
La politica è fatta di accordi e di equilibri. Il programma del Pdl non è un accordo a metà strada fra le ragioni dei conservatori e dei liberali, ma è tutto orientato verso le istanze dei primi. Se da liberali facciamo gli snobbisti disertando le urne o gli yesmen del voto, che dicono "sì" qualunque idiozia venga loro proposta, non facciamo il bene del liberalismo, perchè il nostro potere contrattuale (per le ragioni che ho spiegato) è zero. Se invece il Pdl dovesse pareggiare o quasi le elezioni perchè si vede chiaramente che c'è stata una perdita di voti sul versante liberale (potrebbero bastarne poche decine di migliaia, come l'altra volta) probabilmente la prossima volta verremo ascoltati.
E "ascoltarci" non vuol dire adottare “Il manifesto libertario” di Rothbard come programma elettorale, e nemmeno stilare un programma tipo quello del partito liberale olandese.
So perfettamente che l'Italia non è l'Olanda, il Belgio o il Canada, dove esistono forti partiti liberali in grado di concorrere per la vittoria alle elezioni.
No,"ascoltarci" vuol dire darci delle liste dove c'è qualche liberale e dove il programma sia un compromesso equilibrato tra conservatori e liberali, tipo quello dei Conservatori inglesi, dei gollisti dell'Ump o del Partito Popolare spagnolo.
E non credo che mi si possa definire utopico, o liberale da salotto, o accusare di chiedere la luna, perchè ho citato esempi concreti che fanno riferimento a partiti conservatori che in Europa fanno parte del PPE, e non dell'ELDR.
E’ francamente paradossale che un sedicente partito liberale di massa sia enormemente più clericale di un partito che fa esplicitamente riferimento alla cultura politica popolare e che opera anch’esso in presenza di una Chiesa Cattolica forte e con un’alta capacità di mobilitazione.

Alcuni dicono che i liberali dovrebbero cercare di condurre la loro battaglia all'interno del Pdl. Questo sarebbe sacrosanto se fossimo in presenza del sistema americano. Se ci fosse una legge elettorale che prevede la presenza dei collegi uninominali nei quali ogni partito tiene delle primarie allora gli elettori liberali potrebbero sostenere dappertutto i loro candidati in contrapposizione a quelli espressi dalle altre anime del partito. Il sistema elettorale invece è proporzionale, le liste sono bloccate (cioè senza la possibilità di indicare la preferenza), sono interamente decise dai vertici e non c'è la possibilità di concorrere per la leadership. In queste condizioni come si può realisticamente pensare di condurre una battaglia "dall'interno"?

Alle elezioni che si svolgeranno domenica e lunedì si presenterà ance il ricostituito Partito Liberale Italiano (Pli).
Riguardo al voto dato ai piccoli partiti e alla sua razionalità il noto politologo Gianfranco Pasquino ha scritto:
"(...)E' stato quindi notato che, nel caso del voto, come di altri comportamenti di partecipazione, la motivazione detta strumentale, vale a dire del perseguimento di un obiettivo preciso, specifico -l'elezione di un determinato candidato, la vittoria del proprio partito-, sia talvolta subordinata alla motivazione definibile come espressiva, vale a dire la riaffermazione dell'appartenenza dell'elettore a una classe sociale, a un gruppo etnico, a una chiesa, a una comunità culturale, a un'associazione professionale. Nel caso di un voto espressivo, l'attività di partecipazione fonde in un insieme significativo le motivazioni del prendere parte con quella dell'essere parte. Diventa perfettamente razionale per gli elettori affermare con il voto la loro appartenenza e la loro adesione, a prescindere dalle possibilità effettive di influenzare l'esito del voto."
(Gianfranco Pasquino, "Corso di Scienza Politica", Il Mulino)


Come ho spiegato e argomentato non ritengo che il Pli vada votato in nome di una motivazione espressiva, e quindi sostanzialmente fine a stessa, ma per un obiettivo ben concreto, ovvero quello di lanciare un segnale.
Il Pli è ritornato per la prima volta sulla scheda elettorale in occasione delle regionali del 2005, apparentato con il centrodestra. L'anno successivo, in occasione delle elezioni politiche, si è presentato all'interno della Casa delle Libertà. Il suo Segretario, Stefano De Luca, nel 1994 è stato eletto europarlamentare all'interno delle liste di Forza Italia.
E' chiaro dunque che ogni singolo voto che otterrà il Pli sarà stato espresso da un elettore appartenente all'area di centrodestra, e nella quasi totalità dei casi si tratterà di un elettore deluso di Forza Italia.
Direi che con il voto al Pli il segnale che si lancia è inequivocabile.
Non è un voto utile nel senso che contribuirà eleggere un candidato che in Parlamento si farà portatore di determinate istanze. E' un voto utile perchè è l'espressione del malessere e del disagio di molti elettori liberali e costituirà un messaggio indirizzato agli esponenti del Popolo della Libertà, messaggio che se recepito contribuirà alla creazione di un centrodestra migliore.


Un centrodestra più liberale.

Questa sì che per il Paese sarebbe una cosa non utile, ma utilissima.

30 commenti:

Anonimo ha detto...

bon, a verona saremo in due allora :)

Anonimo ha detto...

Vi sembra questo il momento di fare cazzatine intelligenti?
Dovremo sorbirci 5 anni di Veltroni per la vostra coerenza?
Eh no; turatevi il naso,fate quello che vi pare ma barrate quella cazzo di PDL

gianf

alessandro polcri ha detto...

non so se il partito liberale, sia la miglior scelta, credo che oggi il berlusa abbia la possibilità di passare alla storia come l'innovatore d'Italia, solo per questa ragione credo che quelle scelte liberali per le quale crede, ma per motivi di opportunità non ha mai concretizzato.
oggi ne ha la possibilità, non solo xkè non ci sarà un altro tempo, ma xkè sa di essere alla fine di una carriera, e tutti alla fine vogliono egoisticamente essere parte della storia.

per questo ti dico partecipa attraverso il voto alla più grande rivoluzione liberale italiana!!!
pensaci.....

Anonimo ha detto...

A parte che sulla scheda che ieri Mentana ha fatto vedere non figurava il PLI.
Sono daccordo invece con gianf.
Ti sembra questo il momento di fare il duro e puro?
Lasciamo l'Italia in mano a Veltroni?
Facciamo il male dell'Italia (intesa come noi, più che con concetti astrusi di Patria), per fare un ipotetico bene al liberalismo votando un partito che di liberale ha solo il nome e non ha mai fatto nulla di concreto???
E poi,
Abolizione ICI, abolizione bollo auto, detassazione straordinari e (forse) abolizione tassa di successione. Mi sembra che non sia del tutto spostato verso i "conservatori".
Possiamo portare a casa la sparizione di 3 tasse di proprietà.
Bisogna approfittarne

Anonimo ha detto...

Idem.
Quelli che ora invitano a votare turandosi il naso fra sei mesi o lo riampageranno o se non lo rimpiangeranno son persone da cui la distanza è un obbligo.
Un saluto affettuoso

Unknown ha detto...

Se possibile un bel voto disgiunto, camera PLI e senato PDL...

Anonimo ha detto...

Ripeto ancora una volta. Chi di voi mi dice una BATTAGLIA sostenuta dal PLI, magari organizzando manifestazioni nelle piazze, o spettacolari forme di protesta, insomma:
CHE COSA HA FATTO IL PLI DALL'INIZIO DELLA SECONDA REPUBBLICA AD ADESSO?
C'E' GENTE CHE MI DICE PERFINO:
ma perché esiste ancora????
Non è che siccome uno mette il nomignolo "liberale" all'interno della sigla di partito, poi non fa una fava per tutto il tempo sia degno di rappresentare i liberali...

Anonimo ha detto...

libertyfighter: hai ragione. Ma vogliamo parlare di chi ha governato 5 anni e non ha mantenuto niente di quel che aveva promesso? vogliamo parlare di chi accetta nelle sue file esponenti imbarazzanti? vogliamo parlare di Tremonti al ministero dell'economia? Vogliamo parlare delle poltrone che saranno assegnate a clericali della peggior risma? Vogliam parlare dell'unione postelettorale con storaciani,santecheine, e magari forza nuova?
Sì il Pli non è mai esistito e forse vuole solo prendere rimborsi elettorali (non mi pare un reato...). Ma se ci saranno alcuni voti vorrà dire che la gente non si fa prendere più per i fondelli...e sennò resteremo quei maledetti idealisti che hanno fatto andare al potere Veltroni: e che sia peggio di Berlusconi ancora qualcuno me lo deve spiegare compiutamente... E' comunista? ed allora che stiamo decidendo: fra comunisti e fascisti? Nel qual caso l'astensione sarebbe il minor male...

Anonimo ha detto...

Tanto per dirne alcune delle cose "CONCRETE" fatte da Berlusconi nei 5 anni che pare vi siate scordati. Parlo ovviamente delle cose liberali.

1) Abolizione tassa di successione (è liberale o no?)
2) Legge Biagi (ha liberalizzato o no il mercato del lavoro?)

3) Abolizione del servizio di leva (pure questa vi ha fatto schifo liberalucci miei?)

4) La riforma costituzionale in senso federale, non è più liberale della costituzione attuale?


Poi parliamo di altro.
Vota PLI, Berlusca non ha i voti per governare da solo e fa proprio l'unione postelettorale con FN LADESTRA etc. Se non peggio con Veltroni.
Adesso Berlusca FN e La Destra li ha cacciati dal PDL. Che cazzo doveva fare per convincervi che non gli piacciono? Bruciare le loro sedi elettorali?
Stuprare la Santanché

Se ci si fosse fuso nel PDL o alleato, saresti qui a dirmi
"E ma si è alleato con i fascisti".
Li ha cacciati e mi dici la stessa cosa.
Di sto passo ti dico che il PLI ha intenzione di fare una unione post-elettorale con Sinistra Critica e che quindi non devi votarlo.
Atteniamoci ai fatti.
Tremonti non piace neppure a me. Ma l'alternativa non è Einaudi. E' TPS. Con Visco di appoggio.

Clericali dici.
Sarà anche vero. Ma vuoi affrontare un problema per volta? Adesso l'Italia non è a zampe all'aria per via dei clericali. Ma per via degli anti-economici. Ovvero il PD.
I clericali NON SONO un grave problema adesso come adesso. Dunque non sono un motivo valido per non far risollevare l'economia italiana.

Candidarsi per prendere solo i rimborsi elettorali per te non è un reato?
Per me fa schifo perché quei soldi mi sono stati estorti con la forza e il PLI che dovrebbe vergognarsene quanto me, invece briga per prenderseli.

e sennò resteremo quei maledetti idealisti che hanno fatto andare al potere Veltroni: e che sia peggio di Berlusconi ancora qualcuno me lo deve spiegare compiutamente

No resteremo quei maledetti che hanno portato l'Italia in guerra civile. Il che è peggio.
Te lo spiego compiutamente:
IDEE ECONOMICHE:
Berlusconi : detassazione degli straordinari e dei premi di produzione (liberale)

Veltroni: Salario minimo garantito
(ENORME IDIOZIA SOCIALISTA. CAZZATA STILE DOPOGUERRA CHE ERA SUPERATA GIA' AI TEMPI DI BERLINGUER)

E che caxxo.
Ma di economia ci capisce più Berlusconi o un dilettante cineasta veterocomunista?
Ma c'è pure bisogno di chiedertelo?
O tu pensi che il liberalismo possa prescindere dalle idee economiche??

Anonimo ha detto...

Lasciando perdere ogni tentativo di analisi comparata del peso specifico di "fascisti" e "comunisti" rispettivamente nel Pdl e nel Pd (ché mi sembra del tutto evidente come il confronto, semplicemente, non si possa nemmeno porre se non per profonda disonestà e/o narcisismo intellettuale), e sottolineando come sulla Legge 40 sia doveroso separare il grano dal loglio, torno a dirti che capisco bene le tue ragioni, ma non le condivido del tutto.
Nel recente passato del centrodestra tu vedi nero, io antracite: ci sono state la Legge Biagi, lo scalone pensionistico, una sia pur stentata diminuzione della pressione fiscale.
Vedi, non c'è niente di peggio di quelli che, pur di non cedere di un millimetro, perdono su tutta la linea. E ti ripeto che hai tutta la mia comprensione sul tremontismo, sui molti svarioni clericali inanellati da pubblicisti male in arnese, ma anche su temi "sociali" come la regolamentazione della convivenza solidale (discutendone mi sembrava che, alla fin fine, sul punto ci intendessimo più che bene).
Ma non si può restare col niente per aver voluto tutto: quindi in queste ultime ore di riflessione ti esorto a considerare l'eventualità di votare Pdl alla Camera, contribuendo a far eleggere i Della Vedova, i Martino, i Musso, le Nierenstein.
Poi vedi tu; in tutta onestà non me la sento di prodigarmi per questa Destra più di così. Ciao!

kalmha ha detto...

Il 4% alla camera e l’8% al senato, questi sono i dati reali coi quali bisogna fare i conti e non cercare di defraudare l’erario intascando il rimborso elettorale del quale non si conoscerà mai il destino.
Due anni di Prodi hanno ulteriormente rafforzato il già devastante potere del sindacato, hanno incrementato la burocrazia, rafforzato il controllo sul cittadino, portato nuovi vincoli e nuovi balzelli ai lavoratori dipendenti e ai liberi professionisti.
La Cdl, nei suoi 5 anni di governo, non ha finto di occuparsi di diritti civili (come ha fatto l’Unione) e ha dovuto portare a termine il percorso della legge 40, iniziata dal precedente governo dell’Ulivo (quello che si è inventato il far west dell’inseminazione artificiale, solo per strizzare l’occhio alla Chiesa, salvo poi indire il referendum per mere questioni di lotte interne alla coalizione).
Fare quelli che “mi si nota di più se vado o se non vado?” non è da liberali, i liberali sono persone serie che sanno bene che il meglio è sempre peggiore del bene.
Liberale è favorire la semplificazione, cercare di scardinare 50 anni di stratificazione di socialismo reale che rischia di trasformare tutta l’Italia in una clientelare Emilia Romagna, cuore della finanza rossa.

Ciao e buon voto! 

Perla

Anonimo ha detto...

Berlusconi ha gia' avuto la sua occasione (5 anni di governo con ampia maggioranza) e l'ha fallita,
con poche attenuanti, troppo poche.
Circondato da yesmen e lacche',
impoverendo e sbiadendo l'idea iniziale, fondendosi con AN dove ci sono tanti statalisti almeno quanti nel PD.

PDL e PD si equivalgono, ma spiace dirlo la classe dirigente del PD e' migliore (averli un Bersani o una Lanzillotta)

f

kalmha ha detto...

n cinque anni ha prodotto l’impossibile, considerando che la larga maggioranza di cui disponeva è stata presa immediatamenti in ostaggio dai fatti del g8 di Genova, da un’opposizione super addestrata che ha paralizzato parlamento e istituzioni, da guerre, 11-9, e da un sindacato che ha superato se stesso per adunate di piazza e milioni di ore di sciopero.
P.s.: quando dico che il meglio è nemico del bene mi riferivo alla politica, naturalmente.

Cari saluti

Perla

Anonimo ha detto...

Ho scritto 4 riforme liberali che Berlusconi ha fatto nei suoi 5 anni di governo.
Perché nessuno le commenta e tutti che continuano a dire che non ha fatto assolutamente nulla?
Concordo del tutto con Perla.
Alla quale mando un bacio!

nicknamemadero ha detto...

Nella prossima legislatura si dovrà fare una riforma elettorale o si dovrà dar luogo al referendum. In entrambi i casi non sarà più prevedibilmente possibile dar seguito seriamente ad un nuovo PLI. Credi abbia senso, in quest'ottica, una "sterile" manifestazione liberale come la tua? O credi che uno zero virgola di liberali possa incidere su quel che sarà il PDL?

kalmha ha detto...

Abuso dell’ospitalità per ricambiare Libertyfighte e per ricordare anche che i 5 anni della Cdl sono stati quelli in cui le procure e i tribunali lavoravano a pieno regime soltanto per delegittimare in mondovisione il presidente del consiglio e i suoi collaboratori, chiamandolo un giorno sì e l’altro pure a “difendersi” davanti ai giudici.
Purtroppo sembra che la sinistra abbia il potere di sedurci coi suoi argomenti, condizionandoci fino a farci dimenticare la realtà dei fatti, fino a condurci dalla sua parte.



Perla

Anonimo ha detto...

Prima di iniziare con le risposte ringrazio tutti quelli che hanno commentato il mio post, sia positivamente che negativamente, dando vita ad una bella, interessante e accalorata discussione!

Mi scuso inoltre per il ritardo con il quale rispondo, ma il fatto è che oggi ero impegnato ai seggi...
Ebbene sì, sono uno scrutatore:-)


per Yoshi:
"bon, a verona saremo in due allora :)"
Io spero un po' di più, ma mi sa proprio che potremmo veramente essere gli unici due in tutta la provincia!:-)

per Inyqua:
grazie per la visita e per le tue considerazioni, che condivido.
Ricambio l'affettuoso saluto!:-)

per F.:
"Berlusconi ha gia' avuto la sua occasione (5 anni di governo con ampia maggioranza) e l'ha fallita,
con poche attenuanti, troppo poche.
Circondato da yesmen e lacche',
impoverendo e sbiadendo l'idea iniziale, fondendosi con AN dove ci sono tanti statalisti almeno quanti nel PD."
Condivido, ed è il motivo per il quale chi scrive, che da quando è maggiorenne ha sempre votato per il centrodestra (oltre che militare attivamente, con annesse ore e ore di volantinaggi e gazebo sacrificando tempo e studio per pura passione e convinzione) e che nel 2001 era entusiasta per la vittoria perchè credeva davvero che sarebbe arrivata la rivoluzione liberale in questi mesi mesi ha provato delusione e frustrazione...

Anonimo ha detto...

per Gianf, Polcri, LibertyFighter, Ismael, Perla e Nicknamemadero (1):

per prima cosa dò il benvenuto a chi scrive per la prima volta su questo blog...

Forse con questo post non sono riuscito ad esprimere chiaramente il mio pnsiero e sono stato frainteso...

Sono da sempre un sostenitore del bipolarismo e come ho detto ho sempre votato per il centrodestra (facendo anche militanza attiva)...
Ho sempre sostenuto che bisogna essere realisti, prendere atto del fatto che la cultura liberale in Italia non è sufficientemente diffusa e che quindi è impensabile che un partito al 100% liberale possa governare questo Paese, scegliere uno dei due schieramenti e "sporcarsi le mani" facendo politica attiva, al contrario di quello che fanno molti liberali, che si tengono fuori dalla mischia e fanno perennemente i bastian contrari, chiedendo cose utopistiche e impegnando tutto il loro tempo in conversazioni oziose ed inconcludenti...
E non ignoro nemmeno, come scrivono Ismael, Perla e LibertyFighter, che qualcosa di buono (inteso come liberale) nel quinquennio 2001-2006 è stato fatto...

Anonimo ha detto...

per Gianf, Polcri, LibertyFighter, Ismael, Perla e Nicknamemadero (2):

Io parto da questo presupposto...
Nel '94 Berlusconi dice di voler realizare quello che in Italia non c'è mai stato, ovvero un partito liberale di massa...
Il Pdl ed il suo programma sono coerenti con questo progetto?
No...
Il programma del 1994 era liberale e liberista, assolutamente nulla da ridire...
Quello del 2001 un po' meno, ma andava comunque benissimo...
Solo che nonostante una solida maggioranza parlamentare (100 deputati e 50 senatori di vantaggio) in molte parti è stato disatteso, causando delusione in chi aveva davvero creduto che in quella legislatura ci sarebbe stata la rivoluzione liberale che era stata promessa alla vigilia del voto...
Il programma del 2006 era decisamente meno liberale di quello del 2001, e quello del 2008 è ancora meno liberale di quello del 2006...

E questa mia affermazione è confermata dalle analisi e dalle valutazioni dell'Istituto Bruno Leoni, che analizzando in modo dettagliato i programmi dei vari partiti sul parametro della libertà economica li ha valutati equivalenti (il punteggio, in centasimi, è di 41 per il Pdl, di 40 per l'Udc e di 39 per il Pd)...
Questo è il link:
http://www.brunoleoni.it/
nextpage.aspx?codice=6460

Da liberali dovremmo forse considerare questa continua regressione come fisiologica, inevitabile?
O pensare che chiedere di più è utopistico? Che è "liberalismo da salotto"?
Io dico di no...
Utopistico vuol dire non possibile...
Dunque se in Francia (Ump), in Spagna (PP), in Inghilterra (Conservatori) in partiti conservatori che militano nel Ppe (e non in partiti liberali) ci sono equilibri diversi tra le varie anime che si traducono in compromessi molto più accettabili per i liberali perchè questo non può avvenire anche qui?
Perchè quello che va bene in Inghilterra, in Spagna, in Francia, che qui andava bene nel 1994 o nel 2001 o che va bene a livello locale (io sono veneto, niente da ridire su Galan, ma gli equilibri che si sono creati qui non sono certo quelli che ci sono a livello nazionale) non può andare bene in Italia adesso e a livello nazionale?

Anonimo ha detto...

per Gianf, Polcri, LibertyFighter, Ismael, Perla e Nicknamemadero (3):

Stabilito questo, la domanda è:
come riuscire (o almeno provare) ad incidere maggiormente nella formulazione dei programmi e delle politiche di governo del centrodestra (perchè è quello lo
schieramento che io ho scelto) in modo da arrivare a compromessi migliori?
E, lo ripeto, parlo di compromessi ragionevoli e possibili (come quelli che ho citato nei miei esempi), non di richieste irragionevoli ed utopistiche...

Si è visto che i politici liberali all'interno di FI non sono stati capaci di organizzarsi come corrente strutturata (come ad esempio i ciellini)...

Non vige il sistema americano, per un liberale non è quindi possibile concorrere per la leadership del partito...
E dato che i programmi e le liste dei candidati vengono decise dai vertici è inutile anche la mobilitazione dei militanti, che invece sarebbe efficace se ci fossero i collegi uninominali e venissero fatte le primarie (e allora non ci sarebbe nessun problema, sosterrei di volta in volta i vari Martino, Della Vedova, Rivolta, Capezzone, ecc.. e stop)...

Quello che io dico allora è:
votiamo Pli...
Ma non perchè pensi (e qui rispondo in particolare a LibertyFighter) che il Pli negli ultimi anni abbia fatto battaglie meritevoli di essere sostenute, perchè pensi che possa rappresentare tutti i liberali, perchè si è dimostrato in grado di mobilitare un gran numero di persone con qualche iniziativa, perchè ritenga che possa superare lo sbarramento o perchè pensi che per quanto riguarda il futuro abbia la possibilità di crescere e di rappresentare una alternativa interessante...

No, io propongo:
votiamolo per lanciare un segnale...
Gli esponenti del Pdl non sono stupidi, sanno che ogni voto o quasi (tranne Yoshi!:-)...) dato al Pli è di un elettore liberale del centrodestra deluso...
I sondaggi dicono che Berlusconi è in vantaggio, per cui non saranno i voti dati al Pli a farlo perdere...
Però intanto dimostriamo che c'è una fetta di elettorato che dice:
Sono liberale, sono di centrodestra, non prenderò mai in considerazione l'idea di votare un partito di centrosinistra, però non sono disposto a votarti sempre e incondizionatamente, mi devi dare qualcosa in più...

Ecco, io penso (spero) che se venisse lanciato un messaggio di questo tipo, prendendo atto che anche se non ha fatto perdere le elezioni un nucleo di elettori liberali di centrodestra che non voterà mai Pd ma neanche Pdl a priori esiste, qualche esponente del Pdl riterrà che anche se non numerosissimi sarà comunque meglio recuperarli, per cui otterremo il risultato di avere qualche liberale in più in lista e qualche provvedimento liberale in più in agenda...

Qualcuno potrebbe obbiettare:
perchè dovrebbero preoccuparsi di "recuperare" i liberali e non La Destra?
Perche se non sono completamente idioti sanno che quello che propongono i liberali sono proposte serie che possono essere messe in atto da una forza di governo, al contrario di quelle del partito che ho appena citato, assolutamente impraticabili per chiunque voglia governare in modo non farsesco..

Anonimo ha detto...

per Andrea:
"Se possibile un bel voto disgiunto, camera PLI e senato PDL..."

Io sono Veneto, quindi qui il problema non si pone, perchè il Pdl dovrebbe vincere agevolmente...
Comunque quella del voto disgiunto è un'ipotesi che va presa in considerazione...

Anonimo ha detto...

Qualche altra risposta in ordine sparso:

per LibertyFighter:
con i miei commenti precedenti spero di aver chiarito meglio la mia posizione...

"Tanto per dirne alcune delle cose "CONCRETE" fatte da Berlusconi nei 5 anni che pare vi siate scordati. Parlo ovviamente delle cose liberali.

1) Abolizione tassa di successione (è liberale o no?)
2) Legge Biagi (ha liberalizzato o no il mercato del lavoro?)

3) Abolizione del servizio di leva (pure questa vi ha fatto schifo liberalucci miei?)

4) La riforma costituzionale in senso federale, non è più liberale della costituzione attuale?"

Sicuramente quello che dici è vero, però per contro criticare ferocemente la globalizzazione, pensare ai dazi, sostenere che l'intervento statale nei momenti di difficoltà è giusto, proporre un massiccio piano di edilizia pubblica, rimuovere dal programma le due aliquote uniche (non dico la flat tax), varare misure di stampo assistenzialistico (bonus bebè...), non prevedere un massiccio piano di privitizzazioni e liberalizzazioni e anzi, cavalcare la protesta delle corporazioni, spendere decine e decine di milioni di euro per assumere un esercito di guardie forestali in calabria (no comment...) o far fuori dalle liste
alcuni esponenti laici perchè invece che essere al Family Day partecipavano all'Orgoglio laico non è molto liberale, o no?:-)

Quello che vorrei fosse chiaro è che io voglio provare a migliorare un po' la situazione nel centrodestra rendendolo più liberale, non sono certo un fan di Veltroni o del Pd!

Anonimo ha detto...

per Ismael:

"Vedi, non c'è niente di peggio di quelli che, pur di non cedere di un millimetro, perdono su tutta la linea."
Spero di essere riuscito a far comprendere che la mia non è una posizione dura e pura, del tipo "o il programma del Libertarian Party americano o niente"...

"E ti ripeto che hai tutta la mia comprensione sul tremontismo, sui molti svarioni clericali inanellati da pubblicisti male in arnese, ma anche su temi "sociali" come la regolamentazione della convivenza solidale (discutendone mi sembrava che, alla fin fine, sul punto ci intendessimo più che bene)."
Sì, confermo, sul punto eravamo in sintonia!

grazie per la visita e per il commento!

Anonimo ha detto...

per Perla:

"Abuso dell’ospitalità (...)"
Figurati, anche se non ho mai commentato sul tuo blog ogni tanto ti leggo e ti apprezzo...
Sei un'ospite più che benvenuta, abusa pure e lascia quanti commenti vuoi!:-)

Ciao!

Anonimo ha detto...

Sai perfettamente qul'è la mia idea. Rispetto la tua scelta di votare PLI, e credo che per un liberale sarebbe soprattutto una sorta di "schiaffo" per risvegliare ideali sopiti da tempo. Ma ti posso assicurare che la situuazione in caso di vittoria del Pd, sarebbe irrecuperabile. Cu aspetterebbero anni di anonimato e di "oblio identitario".
Oggi è il 13 Aprile. Il tuo voto può servire soprattutto a noi, ipotetica classe dirigente del futuro. In caso di sconfitta o di pareggio, raccogliere i cocci sarebbe impresa ardua...

Anonimo ha detto...

ERRATA CORRIGE

Sai perfettamente qul'è la mia idea. Rispetto la tua scelta di votare PLI, e credo che per un liberale questa scelta sia soprattutto una sorta di "schiaffo" dato per risvegliare ideali sopiti da tempo. Ma ti posso assicurare che la situuazione in caso di vittoria del Pd, sarebbe irrecuperabile. Cu aspetterebbero anni di anonimato e di "oblio identitario".
Oggi è il 13 Aprile. Il tuo voto può servire soprattutto a noi, ipotetica classe dirigente del futuro. In caso di sconfitta o di pareggio, raccogliere i cocci sarebbe impresa ardua...

Anonimo ha detto...

Ehm Toqueville: Errata corrige e post originale mi sembrano uguali :P

Cmq. Capisco e comprendo le tue ragioni. Capisco anche che nel Veneto, approfittando del fatto che comunque il PDL dovrebbe vincere, tu prenda questa decisione. Anche se un senatore in più eletto nel Veneto potrebbe essere utile in ottica anti Veltroniana. Però capisco ciò che Toqueville ha detto. Se vince Veltroni, non raccogliamo più i cocci.
La valutazione del Bruno Leoni infatti, ha dato risultati scontati, visto che i programmi (salvo il salario minimo) sono copiati l'un l'altro tra PDL e Casini (e questo ci può stare) e PD (questo un pò meno).
Ma c'è di differente che ho esattamente la stessa idea di Berlusconi per quanto riguarda il programma del PD. Se Veltroni va al governo, col cavolo che ci restituisce anche un solo Euro. Con DALEMA? Con Bindi? Con tutta la nomenklatura Prodiana?
Siamo seri.
Il che ci porta al secondo punto. Se per caso vince Veltroni, da noi sarà rivoluzione e guerra civile.
Io preferirei evitarla.
Non dico di non dare schiaffi, cazzotti e pugni. Ma se proprio vuoi darli vota PLI quando non è in gioco la nostra sopravvivenza. Ci sono e ci saranno migliaia di elezioni più inutili di questa. Due anni fa, ad esempio, con la situazione non così tragica, avrei capito maggiormente.
Alle Europee, posso condividere la strategia. Tra 5 anni, se l'Italia si è un pò riassestata, condividerei. Ma adesso ha un senso solo se si è CERTI che Veltroni non vada al governo.
Io questa certezza non ce l'ho.

Federico Zuliani ha detto...

Caro socio, te l'avevo già chiesto in altre sedi, anche di persona, di fare il voto disgiunto, se proprio non resistevi alla voglia di crocettare il PLI. So cos'hai scelto perchè me l'hai detto, ma lascio a te decidere se condividerlo o meno con tutti. Concordo sull'ultima cosa detta da libertyfighter x quanto riguarda le Europee: lì si che può essere il caso di dare un certo tipo di segnale/testimonianza, come dimostrò il successo della Bonino nel '99. Una lista comune (se ne parla...) tra PLI e PRI, targata ELDR potrebbe certo essere appetibile. Ovvio che, se il PdL candida nella nostra circoscrizione Capezzone o Martino o ripesca Rivolta o qualche altro liberale, allora, visto che c'è la preferenza...

Anonimo ha detto...

Le argomentazioni espresse da LibertyFighter e da Lo schiavo di Tocqueville mi hanno fatto riflettere...
Alla fine (come sa il mio amico Fede) alla Camera ho voluto dare un segnale (per le ragioni che ho sppiegato) votando Pli, sapendo che dato che tutti i sondaggi davano il Pdl vincente il mio voto non avrebbe messo a rischio la sua vittoria, mentre al Senato, dove in teoria c'era il rischio paventato di un quasi pareggio, in coscienza non me la sono sentito di fare altrettanto, rischiando involontariamente di contribuire con il mio voto ad aiutare il Pd di Veltroni, per cui ho votato per il Popolo della Libertà...

Adesso stiamo a vedere come verrrà sfruttata l'ampia maggioranza parlamentare acquisita...
Nel caso i primi passi passi del nuovo governo non fossero soddisfacenti come è stato ricordato negli ultimi commenti tra un anno ci sono le elezioni europee, e li si può votare a cuor leggero, avendo la rassicurante consapevolezza che lì non si rischia di far danni!:-)

Anonimo ha detto...

Fatto!:-)