lunedì 11 febbraio 2008

DUBBI E RIFLESSIONI SUL NASCENTE PDL

La notizia ha iniziato a circolare in maniera ufficiosa nella giornata di giovedì 7 febbraio, per poi venire ufficialmente confermata il giorno seguente: Forza Italia e Alleanza Nazionale si presenteranno alle elezioni con un unico simbolo, quello del Popolo della Libertà (PdL).
Queste le parole di Silvio Berlusconi: «Non ci sarà nè il simbolo di Forza Italia nè il simbolo di AN, ci sarà il Popolo della Libertà in cui ci sarà subito l'unione di un gruppo parlamentare unico». Il leader del centrodestra ha aggiunto inoltre che il nuovo soggetto «sarà aperto a tutti coloro che vorranno aderire, spero anche l'Udc»; «La lista unica la faremo con An, con la nuova Dc ma anche con i Pensionati e con gli altri partiti che hanno rinunciato a presentare il proprio simbolo. Metteremo insieme i moderati italiani», «Mastella e Storace? Aspettiamo che ci dicano cosa intendono fare, e speriamo che vengano con noi».
La Lega Nord si federerà con il nuovo soggetto senza però confluirvi; l'Udc è titubante e sembra maggiormente orientato a non entrarvi, a differenza della minoranza secessionista guidata da Carlo Giovanardi, mentre Francesco Storace, leader del neonato partito La Destra, ha dichiarato: «Se l'alleanza corre con un simbolo unico, al quale non si sottraggono nè Bossi nè Casini, è un conto; ma se i simboli, anzichè quattro o venti, sono tre o sono due, non c'è alcun motivo non ci sia La Destra. Discriminazioni modello arco costituzionale anni Cinquanta non ne accettiamo»; Clemente Mastella infine, che al termine della riunione del Consiglio Nazionale dell'UDEUR che si è svolto sabato 9 febbraio non ha ancora sciolto il nodo alleanze, ha affermato: «Ci intriga il progetto del Ppe, ma è un processo che ci deve vedere protagonisti, e che non intendiamo subire. Se qualcuno pensa, specie al nord, che possa nascere a prescindere da noi, faremo le Termopili perché dobbiamo difendere la nostra dignità».

2 commenti:

Federico Zuliani ha detto...

T'ho risp su MA.it

Anonimo ha detto...

Pur non essendo un elettore dell'ex Polo, non sarei scontento di vedere meno frammentato l'arco parlamentare.

Quello che continua a sembrarmi un punto apparentemente insolubile è costituito da due elementi:


Innanzitutto le modalità di selezione della classe dirigente (di quasi tutti i partiti), che come molte sentenze, articoli e libri mostrano, seguono logiche prevalentemente clientelari e d'opportunità.
Questo al di là dei pregi dei singoli, in quanto l'organizzazione partitica (tutti per uno ed u o per tutti) e i ricatti ed i segreti più o meno occulti bloccano spesso e volentieri moti e decisioni innovative.

D'altra parte, essendo l'Italia più di altri paesi ridotto a caste a compartimento stagno, non vedo che interesse avrebbero i parlamentari (al pari di un qualunque corpo elettivo e/o esclusivo, da che mondo è mondo) a favorire la creazione di un sistema più funzionale ma anche meno fondato su privilegi.

Intendiamoci, miglioramenti in questo senso sono avvenuti, ma in circostanze eccezionali ed anomale.

Circostanze che personalmente (ma spero di sbagliarmi, ovviamente) non vedo all'orizzonte...