Questa mattina, in un clima di tensione, all'Università "La Sapienza" di Roma si è tenuta l'inaugurazione dell'anno accademico.
Un veloce riepilogo dei fatti.
Il Rettore dell'Università, Renato Guarini, aveva invitato Papa Benedetto XVI a presenziare all'evento e a tenere un discorso.
In seguito a questa iniziativa il professor Marcello Cini esterna la sua contrarietà, ricevendo l'appoggio di altri 67 docenti, che in data 23 novembre sottoscrivono una lettera indirizzata al Rettore.
Questo è il testo:
Magnifico Rettore,
con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l’intervento di papa Benedetto XVI all’Inaugurazione dell’Anno Accademico alla Sapienza.
Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un’affermazione di Feyerabend: «All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto». Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all’avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.
In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l’incongruo evento possa ancora essere annullato.
Dunque il motivo principale per il quale l'invito a Benedetto XVI viene definito incongruo è la citazione di un filosofo anarchico, Feyerabend, fatta quando era ancora cardinale, attraverso la quale cercava di giustificare il processo a Galileo Galilei.
La vicenda passa sostanzialmente sotto silenzio fino a una settimana fa quando, in vista dell'avvicinarsi dell'evento e in seguito al mancato ritiro dell'invito al Pontefice, alcuni gruppi di studenti organizzano una protesta, occupano il rettorato e annunciano contestazioni nei confronti del Papa.
A questo punto i media danno grande risalto alla questione, l'eco diventa enorme e in seguito al polverone che si alza intorno all'evento due giorni fa, martedì 15 gennaio, Benedetto XVI comunica di rinunciare a partecipare all'inaugurazione dell'anno accademico, rendendo pubblico il testo del discorso che avrebbe pronunciato.
La quasi totalità del mondo politico e dei commentatori stigmatizza e condanna l'accaduto, definendolo un grave episodio di intolleranza.
Inizialmente anche io la pensavo così.
Chi mi conosce o legge il mio blog sa che sono agnostico, a favore dell'eutanasia, della legalizzazione della prostituzione, della ricerca sulle cellule staminali embrionali, dell'introduzione del divorzio breve e del riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali.
Dunque le mie posizioni sono oggettivamente assai distanti da quelle di Benedetto XVI e della Chiesa Cattolica in generale su questi temi.
Ma ha tutto il diritto di esprimerle.
Se passa il concetto per cui si cerca di zittire chi ha opinioni opposte rispetto alle nostre allora non parla più nessuno.
Un gruppo di persone di sinistra cercherà di non far parlare un politico di destra, un gruppo di persone di destra cercherà di non far parlare un politico di sinistra, un gruppo di anticlericali cercherà di non far parlare un membro del clero, un gruppo di fondamentalisti religiosi cercherà di non far parlare un laico.
Siccome ci sarà sempre qualcuno che ha idee diverse se si fa largo l'idea che è lecito imbavagliare chi non la pensa come noi tanti saluti alla democrazia e alla libertà di espressione.
Se alcuni docenti non gradivano la presenza del Papa potevano tranquillamente non presenziare, magari organizzando un contro-convegno.
La stessa cosa valeva per gli studenti.
Il giorno dopo ogni commentatore, nel caso non avesse condiviso le parole di Benedetto XVI, avrebbe avuto tutto il diritto di criticarle duramente.
Inoltre, alcune delle motivazioni addotte contro la presenza del Papa (oltre alla citazione di Feyerabend) fanno acqua.
Ad esempio Cini scrive:
Anche se nei primi secoli dopo la fondazione delle università la teologia è stata insegnata accanto alle discipline umanistiche, filosofiche, matematiche e naturali, non è da ieri che di questa disciplina non c'è più traccia nelle università moderne, per lo meno in quelle pubbliche degli stati non confessionali. Ignoro lo statuto dell'università di Ratisbona dove il professor Ratzinger ha tenuto la nota lectio magistralis sulla quale mi soffermerò più avanti, ma insisto che di regola essa fa parte esclusivamente degli insegnamenti impartiti nelle istituzioni universitarie religiose. I temi che sono stati oggetto degli studi del professor Ratzinger non dovrebbero comunque rientrare nell'ambito degli argomenti di una lezione, e tanto meno di una lectio magistralis tenuta in una università della Repubblica italiana.
Ma il professor Joseph Ratzinger è stato docente in quattro università tedesche pubbliche (Bonn, Münster, Tübingen e Regensburg), e per quanto riguarda l'insegnamento della teologia le prestigiose università (pubbliche) della Sorbona, di Oxford, di Cambridge e di Harvard hanno tutte una facoltà di teologia.
Inoltre il professor Cini predica bene ma razzola male.
Contesta la presenza di Benedetto XVI in quanto simbolo dell'antitesi tra fede e ragione, sostenendo che la scienza deve essere libera da condizionamenti e quindi non assoggettata a dei dogmi religiosi (giusto), ma ha un'opinione diversa se l'assogettamento e la natura dei dogmi alla quale la scienza deve sottostare sono di natura politica.
Infatti, come riportato da "L'Occidentale", nel maggio del 1970 Cini scriveva:
"Sono due i casi: o si attribuisce all'elettronica la virtù di costruire il socialismo, e allora gli Stati Uniti sono il primo paese socialista del mondo, o si riconosce che lo sviluppo dell'elettronica in regime capitalistico serve a rendere il capitalismo ancora più forte, e allora non si capisce perché gli operai, i tecnici, i lavoratori che lottano contro il capitalismo dovrebbero scaldarsi tanto per gli obiettivi che (Giuseppe) D'Alema addita loro"
(...)"la prima e più importante scienza da sviluppare per il proletariato è la critica dell'economia politica"
(...)"Nel regime capitalistico la scienza diventa mezzo di produzione (e) dunque capitale, e in quanto tale si contrappone come potenza esterna all'operaio e lo schiaccia, rendendolo strumento di fini a lui estranei".
Dunque una mentalità non molto più aperta di quella di Benedetto XVI.
Cambia la natura dell'ideologia in base alla quale si cerca di plasmare la realtà (dogmatismo marxista anzichè dogmatismo religioso) ma sempre di ideologia si tratta.
Infine, se come scrive giustamente Lexi Amberson Mohammad Khatami e Mahmoud Ahmadinejad hanno parlato in un'università americana non si vede perchè il Papa non dovrebbe parlare in un'università italiana.
Riflettendo un po' sulla questione ho però modificato la mia opinione.
Intervistato, uno dei professori ha affermato che un analogo atteggiamento sarebbe stato tenuto anche se il destinatario dell'invito fosse stato il Dalai Lama, un rabbino o un imam, sostenendo che l'inaugurazione dell'anno accademico è un evento dal forte valore simbolico, che quello che non è andato giù è stata la mancata previsione di un contraddittorio e che in qualunque altro momento che non fosse l'inaugurazione dell'anno accademico le porte dell'università sarebbero state aperte per il Papa così come per qualunque autorità religiosa, ricordando l'assegnazione di una laurea honoris causa a Giovanni Paolo II e dicendo che non vi sarebbe alcun problema a conferirne una anche a Benedetto XVI.
Se le cose stanno effettivamente così allora si tratta di una posizione condivisibile.
Come ho appena ricordato è vero che negli Stati Uniti è prassi che nessuno si metta a disquisire sulla legittimità di un invito, ma è anche vero che di norma il discorso pronunciato da una personalità di spicco sia seguito da un dibattito, da un confronto con la platea, da un contraddittorio e che può sì parlare chiunque, ma questi sa anche di poter legittimamente essere oggetto di contestazioni (come avvenuto ad esempio nel caso del presidente iraniano Ahmadinejad).
Certo, Benedetto XVI ha risposto ad un invito formulato dal Rettore, non è colpa sua se non era previsto un contraddittorio, ma nessuno gli avrebbe impedito di parlare.
Il servizio d'ordine (che verosimilmente sarebbe stato imponente) avrebbe evitato rischi per la sua incolumità.
Sarebbe stato contestato, questo sì.
Ma pretendere di esprimere le proprie idee senza la possibilità di essere contestati (civilmente, ovvio) è un po' presuntuoso.
D'altra parte non si capisce perchè Benedetto XVI dopo aver compiuto un viaggio in Turchia in un momento in cui le frizioni fra mondo occidentale e mondo islamico erano elevatissime e dove (lì sì!) vi erano reali rischi per la sua incolumità faccia dietrofront rifiutando di andare alla Sapienza per evitare una banale contestazione.
In questa vicenda ne escono tutti male.
Ne esce malissimo il Rettore, che ha gestito la vicenda in modo a dir poco imbarazzante, dimostrando di non possedere la minima capacità organizzativa (far tenere il discorso ad una personalità appartenente alla comunità scientifica e far intervenire il Papa al termine della cerimonia ufficiale prevedendo un dibattito e la possibilità da parte della platea di poter interloquire con il Pontefice ponendo quesiti non richiedeva alcuno sforzo particolare e avrebbe evitato un mare di polemiche).
Ne esce male Benedetto XVI, perchè non ha risposto nel merito ai rilievi sollevati dai docenti e perchè ha dimostrato un atteggiamento rinunciatario e veramente poco coraggioso.
Ne esce a pezzi l'immagine dei laici, che da oggi verranno confusi gli individui che occupano proprietà pubbliche, con gli appartenenti ad un collettivo o ad un centro sociale.
Persone ultra-ideologizzate (che l'ideologia sia religiosa o atea cambia poco), quindi l'esatto contrario di chi è veramente laico.
E' veramente imbarazzante dover combattere certe battaglie con a fianco individui del genere, che infangano termini quali "laicità" appropiandosene indebitamente e creando agli occhi dell'uomo medio un'immagine distorta del laico.
Ecco, direi che per un liberale autentico questa è la cosa in assoluto più triste.
18 commenti:
sottoscrivo. Forse il mio post "Vittoria" potrebbe sembrare contrario a questo, in realtà non lo è affatto. Vittoria significa non aver permesso la glorificazione della "Verità data" in un luogo di ricerca. La prossima volta anche ratzinger sarà il benvenuto se accetterà contraddittorio e fischi.
1) Forse non e' il caso di compilare una classifica, in partenza.
2) Mi pare che la dichiarazione del professore sia innanzitutto una posizione personale, e poi ha il vizio di arrivare post factum. L'argomento sarebbe stato gia' discutibile se formulato prima.
Dato il senno di poi io, pensando con Andreotti, faro' un peccatuccio e osservero' che la bella frasetta suona come il tizio che risponde ad una sfottitura dopo averci pensato un paio di giorni, magari e' una battuta intelligente, ma fuori tempo massimo...
3) Il punto, come si dovrebbe capire facilmente se si pensa al viaggio in Turchia, non e' l'incolumita' personale del papa. Quella era stata assicurata (e ci mancherebbe) dal governicchio. Il punto era il clima di scontro fuori, le "frocessioni" e i "frociati", quelli dei titoli stile "pastore tedesco". E dall'altra parte la gran parte degli studenti che ne ha piene le palle di questa gentaglia, vittime perenni dell'edipo sessantottesco.
Poteva il papa ignorare che la sua presenza sarebbe stata portatrice di contrapposizione e tensione (non esattamente il suo mestiere istituzionale)?
Magnifico articolo,
ti segnalo quello che è successo alla mia università ieri (apparso anche nella cronaca di Milano del Giornale)
http://icarodelleidee.blogspot.com/2008/01/fascisti-rossi-vs-libera-espressione.html
fatta la premessa che ognuno tira legittimamente le proprie conclusioni da quanto è accaduto, vorrei fare qualche rilievo a ciò che scrivi.
1. nel 1990, il cardinale Ratzinger non fece propria l'affermazione di Feyerabend sul processo a Galilei. Se ne distaccò, non gli dette ragione. In rete si trova il discorso incriminato. Puoi verificare se dico una fesseria. In altre parole, i 67 hanno attaccato il Pontefice senza conoscere ciò che aveva realmente detto. Qualche malalingua sostiene che Cini e gli altri professori abbiano attaccato il Papa per pregiudizio ideologico. Forse è una tesi da tenere in conto.
2. La Santa Sede ha dichiarato che il Papa ha cancellato la sua presenza per evitare incidenti. Si sapeva che i centri sociali avevano organizzato una forte protesta contro di lui, protesta che avrebbe facilmente potuto degenerare. Le forze dell'ordine avrebbero dovuto intervenire e c'era il rischio che qualcuno rimanesse ferito. Il pericolo non era certo per l'incolumità del Pontefice, ma per quella di dimostranti e esponenti delle forze dell'ordine. Si può anche non credere a ciò che sostiene il comunicato del Vaticano, ma conoscendo i personaggi che bazzicano i centri sociali, le ragioni del Papa avevano senso. E' giusto poi riconoscere che, rinunciando a partecipare, il Papa ha buttato acqua sul fuoco e ha calmato gli animi di chi voleva contestarlo a prescindere.
3. credi veramente che un intellettuale della statura di Benedetto XVI potesse temere un contraddittorio? e con chi, poi? con dei prof. atei militanti? capirai! con degli studenti politicizzati?
4. se hai letto il discorso del Pontefice alla Sapienza, avrai notato che tutto contiene tranne che pregiudizio religioso o rifiuto della separazione tra scienza e fede. Lo stesso Dario Fo è rimasto stupito (vedi articolo sul Messaggero) e ha dichiarato che il mondo laico ha perso un'occasione per conoscere veramente il pensiero di questo Papa.
a mio avviso, il Papa è l'unico vincitore di tutta la vicenda, ma io non faccio testo. sono cattolico ;-)
ciao
etendard
"a mio avviso, il Papa è l'unico vincitore di tutta la vicenda, ma io non faccio testo. sono cattolico ;-)".
Io invece sono superlaico, ma cmq ti dò ragione. Con questo "casino", si è fatto un assist clamoroso alla "lobby" catto-teo-dem...
Mi scuso con tutti per il ritardo!
Ecco le risposte...
per Utopia:
ci mancherebbe che tu non sottoscrivessi, altrimenti che razza di blogger gemelli saremmo?!:-)
A parte gli scherzi...
Avevo capito quello che volevi dire...
"La prossima volta anche ratzinger sarà il benvenuto se accetterà contraddittorio e fischi."
Mi sembra corretto.
per Stefano:
innanzitutto benvenuto sul mio blog!
"1) Forse non e' il caso di compilare una classifica, in partenza."
Non era mia intenzione compilare una classifica,ma solamente sintetizzare le conclusioni alle quali ero arrivato al termine di un post che conteneva un ragionamento molto lungo.
"2) Mi pare che la dichiarazione del professore sia innanzitutto una posizione personale, e poi ha il vizio di arrivare post factum. L'argomento sarebbe stato gia' discutibile se formulato prima.
Dato il senno di poi io, pensando con Andreotti, faro' un peccatuccio e osservero' che la bella frasetta suona come il tizio che risponde ad una sfottitura dopo averci pensato un paio di giorni, magari e' una battuta intelligente, ma fuori tempo massimo..."
Il dubbio è legittimo e ci sta.
Direi che visto che il Rettore ha detto che ha intenzione di invitare nuovamente il Pontefice alla Sapienza potremo presto verificare se la posizione che ho riportato è una giustificazione furbesca "postuma" oppure se corrisponde effettivamente a realtà.
Comunque ribadisco quanto ho scritto.
Nel caso la questione sia effettivamente in questi termini (contrarietà dettata unicamente dal forte valore simbolico dell'evento e dalla mancanza di un contraddittorio,ma nessuna preclusione se la visita si fosse svolta in qualunque altro momento e avesse previsto un dibattito pubblico) mi sembra un punto di vista ragionevole.
"3) Il punto, come si dovrebbe capire facilmente se si pensa al viaggio in Turchia, non e' l'incolumita' personale del papa. Quella era stata assicurata (e ci mancherebbe) dal governicchio. Il punto era il clima di scontro fuori, le "frocessioni" e i "frociati", quelli dei titoli stile "pastore tedesco". E dall'altra parte la gran parte degli studenti che ne ha piene le palle di questa gentaglia, vittime perenni dell'edipo sessantottesco.
Poteva il papa ignorare che la sua presenza sarebbe stata portatrice di contrapposizione e tensione (non esattamente il suo mestiere istituzionale)?"
Anche in Turchia esiste una comunità cattolica,e visto che la visita del Papa era stata preceduta da polemiche roventi e da tragici fatti di sangue (l'uccisione di don Andrea Santoro) si sarebbero potuti
verificare incidenti,ma la visita si è svolta regolarmente.
Cito il mio amico Ismael (www.ismael.ilcannocchiale.it):
"(...) la defezione papale di cui si è avuta notizia ieri è un gesto effettivamente ambiguo ed equivocabile."
"(...)Equivocabile in ragione del messaggio che rischia di far passare, vale a dire che far cagnara paga. Con una struttura come quella ecclesiastica alle sue spalle, B16 è in grado di far fronte a simili contrattempi in modo tutto sommato agevole, per non dire vantaggioso. Ma che fine faranno, se bastano le proteste dei facinorosi organizzati, le iniziative di sensibilizzazione assunte dalle associazioni di tendenza indipendenti come movimenti d’opinione e similari? Gli incontri con autori scomodi patrocinati dai Comuni, le conferenze con invitati ingombranti nelle università (oltre che ai papi, capitano in sorte anche ad ambasciatori israeliani o a studiosi controcorrente)...basta un po’ di chiasso e salta tutto per “ragioni di opportunità”?"
Sottoscrivo.
per Django:
ti ringrazio per il "magnifico articolo"!
Dopo vengo a leggere il tuo post...
ps: era ora che bannassi un certo provocatore!:-)
per Etendard (1):
ciao!
Sinceramente speravo che venissi a commentare questo mio post...
Anche se siamo su posizioni assai diverse tutte le volte che in precedenza abbiamo discusso lo scambio di opinioni è stato cortese e stimolante...
"1. nel 1990, il cardinale Ratzinger non fece propria l'affermazione di Feyerabend sul processo a Galilei. Se ne distaccò, non gli dette ragione. In rete si trova il discorso incriminato. Puoi verificare se dico una fesseria. In altre parole, i 67 hanno attaccato il Pontefice senza conoscere ciò che aveva realmente detto. Qualche malalingua sostiene che Cini e gli altri professori abbiano attaccato il Papa per pregiudizio ideologico. Forse è una tesi da tenere in conto."
Appunto per questo il Papa ha commesso un errore.
Avrebbe potuto andare,rispondendo nel merito alle qustioni sollevate da Cini e dagli altri docenti cogliendo l'occasione per ribadire in modo chiaro ed inequivocabile il suo pensiero.
Cito ancora Ismael:
"(..)Ambiguo perché il pontefice, nella sua veste di autorità intellettuale, dovrebbe rispondere alle contestazioni specifiche con i dovuti rilievi: nel caso di Galileo Galilei, Ratzinger parli di etica. Al di là del giudizio di “laicità” per il cardinale Bellarmino, che giustamente invitava l’inquisito a difendere una tesi e non a proclamare una verità inconfutabile, il papa dica cioè se il relativismo storico (con cui si “contestualizzano” gli avvenimenti del passato) può fare il paio con il relativismo etico. Vogliamo giustificare l’irrogazione dell’abiura a Galileo e, sulla stessa falsariga, i crimini dell’Inquisizione e la cacciata degli ebrei dalla Spagna solo sotto il profilo contestuale o anche sotto quello morale? Nel secondo caso, inciamperemmo in uno storicismo etico madornale, per l’istituzione che tanto si spende in difesa del “fatto” morale, della permanenza del Bene."
"2. La Santa Sede ha dichiarato che il Papa ha cancellato la sua presenza per evitare incidenti. Si sapeva che i centri sociali avevano organizzato una forte protesta contro di lui, protesta che avrebbe facilmente potuto degenerare. Le forze dell'ordine avrebbero dovuto intervenire e c'era il rischio che qualcuno rimanesse ferito. Il pericolo non era certo per l'incolumità del Pontefice, ma per quella di dimostranti e esponenti delle forze dell'ordine. Si può anche non credere a ciò che sostiene il comunicato del Vaticano, ma conoscendo i personaggi che bazzicano i centri sociali, le ragioni del Papa avevano senso. E' giusto poi riconoscere che, rinunciando a partecipare, il Papa ha buttato acqua sul fuoco e ha calmato gli animi di chi voleva contestarlo a prescindere."
Su questo punto ti rimando alla risposta che ho dato a Stefano (rilievo numero 3).
per Etendard (2):
"3. credi veramente che un intellettuale della statura di Benedetto XVI potesse temere un contraddittorio? e con chi, poi? con dei prof. atei militanti? capirai! con degli studenti politicizzati?"
Nel mio post non ho mai affermato che Benedetto XVI non sia in grado di sostenere un contaddittorio.
Anzi,ho scritto:
"(...)Certo, Benedetto XVI ha risposto ad un invito formulato dal Rettore, non è colpa sua se non era previsto un contraddittorio, ma nessuno gli avrebbe impedito di parlare.
Il servizio d'ordine (che verosimilmente sarebbe stato imponente) avrebbe evitato rischi per la sua incolumità.
Sarebbe stato contestato, questo sì.
Ma pretendere di esprimere le proprie idee senza la possibilità di essere contestati (civilmente, ovvio) è un po' presuntuoso."
e
"Ne esce malissimo il Rettore, che ha gestito la vicenda in modo a dir poco imbarazzante, dimostrando di non possedere la minima capacità organizzativa (far tenere il discorso ad una personalità appartenente alla comunità scientifica e far intervenire il Papa al termine della cerimonia ufficiale prevedendo un dibattito e la possibilità da parte della platea di poter interloquire con il Pontefice ponendo quesiti non richiedeva alcuno sforzo particolare e avrebbe evitato un mare di polemiche)."
"4. se hai letto il discorso del Pontefice alla Sapienza, avrai notato che tutto contiene tranne che pregiudizio religioso o rifiuto della separazione tra scienza e fede. Lo stesso Dario Fo è rimasto stupito (vedi articolo sul Messaggero) e ha dichiarato che il mondo laico ha perso un'occasione per conoscere veramente il pensiero di questo Papa."
Il discorso che avrebbe dovuto pronunciare il Papa l'ho linkato proprio in questo post.
Appunto perchè si trattava di un discorso interessante è stato un errore annullare la visita,facendolo passare in secondo piano e stroncando sul nascere il dibattito che si sarebbe potuto sviluppare partendo da quelle parole,per evitare di subire delle contestazioni.
"a mio avviso, il Papa è l'unico vincitore di tutta la vicenda, ma io non faccio testo. sono cattolico ;-)"
Come ho avuto modo di argomentere nella parte finale del mio post secondo me invece ne escono male tutte le parti in causa.
Ciao e grazie per il contributo!
per Fede:
"Con questo "casino", si è fatto un assist clamoroso alla "lobby" catto-teo-dem..."
Parole sacrosante!
Purtroppo con il loro comportamento un gruppo di idioti ha prodotto il più grande harakiri mediatico che il mondo laico potesse fare...
Bisogna che i laici si organizzino,perchè non si può lasciare che certi movimenti e certi personaggi a dir poco impresentabili si approprino indebitamente dell'uso del termine laicità monopolizzandolo e producendo danni...
Ti ringrazio per l'apprezzamento. Anche tu sei uno dei pochi che, da agnostico, mostra disponibilità ad un confronto sereno e civile con un cattolico.
1) Nel momento in cui riconosci che i contestatori di BXVI gli attribuivano affermazioni false, dovresti anche convenire che non ricadeva sul Papa l'onere di un dibattito chiarificatore; ricadeva semmai sui contestatori l'obbligo morale di chiedere scusa. Quei professori hanno avuto più di 2 mesi a disposizione per ritrattare, ma non l'hanno mai fatto.
A questo riguardo vorrei aggiungere che, secondo me, quei 67 sarebbero stati facilmente scusabili se avessero frainteso il discorso fatto dall'allora cardinale Ratzinger. Invece, a mio parere, sapevano perfettamente che cosa lui avesse detto, e la cosa diventa grave. Dalla lettera di Cini appare chiaro il rifiuto di associare la ''sua'' università ai valori del cattolicesimo, nel momento in cui si fosse verificata la visita del Papa. Siamo qui in presenza di un pregiudizio anticattolico e anticristiano, di un rifiuto ideologico. Contro questi sentimenti e modi di vedere (fanatismo islamico docet) non c'è dialogo chiarificatore che tenga.
Ricorda poi che se i 67 professori hanno contestato l'invito del rettore al Papa, nessuno delle centinaia di ricercatori della Sapienza, prima del 17 gennaio, ha espresso pubblico favore verso la visita papale. Se quindi non era ben accetto dalla comunità accademica, BXVI ha preso la scelta più opportuna: non si va dove non si è graditi.
2) Vedi Gohan, per un uomo come il Vicario di Cristo ha più senso affrontare la morte allo scopo di testimoniare la fede nel Redentore dell'umanità (vedi visita in Turchia), che essere schernito da dei ragazzotti ammaestrati da (finti) intellettuali ex-sessantottini (vedi ''frocessione''). Considera che i terroristi islamici tagliano la testa degli avversari. Lo facevano anche i guerrieri samurai e quel rito non equivaleva a disprezzo dell’avversario. Capito dove voglio arrivare?
3) Quando ho scritto che BXVI, da quel gigante del pensiero che è, non teme un dibattito con chi vuol contestarlo, replicavo alla tua affermazione secondo cui “Ne esce male Benedetto XVI, … perchè ha dimostrato un atteggiamento rinunciatario e veramente poco coraggioso”. È l'esatto contrario, secondo me: non solo il Papa non si è comportato da pavido, ma ha anche a suo onore un comportamento da persona umile, come sanno esserlo i veri uomini di scienza e di fede.
3) Perdonami la franchezza, ma c'è una caduta di stile nel tuo ribadire che nessuno è uscito vincitore da questa vicenda. L'avevi già detto e argomentato nel post; io ho espresso la mia diversa valutazione nel commento. La faccenda va chiusa lì, altrimenti diventa un bisticcio puerile.
Dovrei replicare a qualche altro passaggio della tua replica, ma adesso sono un po' stanco, e poi credo di essere stato fin troppo lungo.
Ciao
etendard
"3) Perdonami la franchezza, ma c'è una caduta di stile nel tuo ribadire che nessuno è uscito vincitore da questa vicenda. L'avevi già detto e argomentato nel post; io ho espresso la mia diversa valutazione nel commento. La faccenda va chiusa lì, altrimenti diventa un bisticcio puerile."
Lungi da me voler innescare una polemica con un commentatore educato e civile...
Hai ragione, abbiamo entrambi espresso la nostra valutazione in modo chiaro.
"Dovrei replicare a qualche altro passaggio della tua replica, ma adesso sono un po' stanco, e poi credo di essere stato fin troppo lungo."
Se c'è una cosa di cui chi commenta qui non si deve scusare è la lunghezza dei suoi interventi,data la prolissità del titolare del blog!:-)
Anche io in questo momento vado di fretta,comunque se nei prossimi giorni vuoi aggiungere ulteriori considerazioni ogni altro intervento è il benvenuto...
Ciao!
Purtroppo con il loro comportamento un gruppo di idioti ha prodotto il più grande harakiri mediatico che il mondo laico potesse fare...
-----
Credo che il più grande harakiri siano stati la Bonino e Pannella che continuano a lamentarsi.
Pannella si lamentavadel fatto che il papa ha troppo spazio.
"Ciccio, quando sarai la guida spirituale di 1 miliardo di persone, nonchè della maggior parte degli italiani ne riparliamo"
Il problema non èlo spazio,ma eventualmente alcuni privilegi che ha in italia. Che in parte non è una cosa insensata che abbia .
Persino Togliatti alla Costituente si espresse a favore dell'alrticolo7,"per rispettare il sentimento religioso della popolazione italiana"
Beh,che la dirigenza dei Radicali sia allo sbando e che da un po' di tempo a questa porti non ne imbrocchi una è una cosa risaputa...
Basti pensare che dall' 8,5% delle Europee '99, si è arrivato al 2,5 circa in combinata con lo SDI delle ultime Politiche...
Infatti...
Posta un commento