martedì 14 agosto 2007

AGGIORNAMENTI DALL'IRAN

da "Il Giornale"
"In Iran vietato cercare il cane disperso"
Un quotidiano chiuso per aver intervistato una poetessa lesbica. Un ragazzo finito in commissariato dopo aver affisso un volantino per ritrovare quella «bestia impura» del suo barboncino smarrito. Le donne di Isfahan costrette a dimenticare le biciclette e le loro pruriginose pedalate. Diciassette adolescenti tra i 13 e i 17 anni sbattuti in galera dopo uno sconcio “festino promiscuo”. La campagna moralizzatrice lanciata dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad con l’approvazione della suprema Guida Ayatollah Alì Khamenei e l’indefessa collaborazione di polizia e servizi di sicurezza marcia a gonfie vele.
Ai primi di Mordad, il mese iraniano che inizia il nostro 23 luglio, le autorità avevano rinnovato gli avvertimenti, ma tutti avevano pensato al solito rituale, alla consueta sceneggiata estiva contro veli e mantelli troppo corti seguita dall’usuale tolleranza. La repressione di giornalisti poco allineati, studenti d’opposizione e militanti troppo critici, andava di pari passo – finora - con una certa accondiscendenza in campo sociale. Lo chiamavano modello cinese. Era la ricetta dei conservatori pragmatici, contrari alle riforme, ma convinti che un controllato lasseiz-faire evitasse rivolte plateali garantendo lunga vita al regime. Anche dopo l’elezione del presidente pasdaran tutto era continuato come prima. Lunghe chiome tinte strabordavano da veli multicolori. Seni e sederi disegnavano curve vellutate su mantelli corti e attillati. Caviglie e piedini dalle unghie tinte sbucavano dai calzoni al polpaccio e svettavano su tacchi e sandali aperti. Con i primi di Mordad tutto è finito. Il capo della polizia Ahmed Reza Radan ha dichiarato guerra agli abiti indecenti delle peccatrici e ai pervertiti tagli di capelli occidentali così di moda tra gli adolescenti della capitale. Subito dopo i «monkerat», le pattuglie specializzate nella lotta al vizio, hanno assunto il controllo di parchi e strade.
Ma il giro di vite supera le più pessimistiche previsioni. L’arresto di 230 giovani sorpresi a un ritrovo rock fuori dalla capitale è stato seguito da una serie di irruzioni in case private durante le feste del fine settimana. Nel corso di questi assalti ai covi della promiscuità, gli specialisti dei monkerat hanno individuato nove ragazzini e otto fanciulle tra i 13 e i 17 anni intenti a ballare e consumare alcolici in una villa di Teheran. Inevitabile l’arresto e probabile, dopo il rifiuto della libertà provvisoria, la condanna a una pena fino a tre anni. Ancor più inatteso il rigore della campagna anti-animali domestici. Benché il capo della polizia Reza Radan avesse rammentato la regola islamica che proibisce di accompagnarsi ad animali impuri, nessuno pensava di finir in galera per aver dimostrato troppo attaccamento a un barboncino. Si sbagliava. Chiedere informazioni per ritrovare un animale smarrito e dimostrargli affetto equivale infatti a «incoraggiare la detenzione di questi animali» e quindi «favorire la corruzione».
A Isfahan la polizia guida invece la lotta alle «sconvenienti abitudini» delle femmine locali convinte di poter bighellonare su biciclette, pattini e monopattini. In attesa dell’annunciata produzione di una «bicicletta islamica», capace di celare dietro una morigerata cabina le pruriginose mosse delle cicliste, la questura di Isfahan ha ripristinato le regole degli anni Ottanta promulgando l’assoluto divieto di pedalata per le sue cittadine.
Sul fronte politico l’indicatore più negativo è la chiusura, per la seconda volta, di Shargh, il quotidiano dei conservatori moderati dell’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani. L’editto di censura segue l’intervista a Saghi Ghaherman, una poetessa iraniana esule in Canada e paladina, dalle pagine del suo sito internet, dei diritti di omosessuali e lesbiche. Nell’intervista di una pagina, la signora Ghaherman si limita a invocare confini sessuali «flessibili» e Mehdi Rahmanian, direttore di Shargh si affretta a precisare di averla sentita soltanto in quanto poetessa. Non basta. Il quotidiano conservatore Kayhan, assai vicino alla Suprema Guida, denuncia l’intervista a una «controrivoluzionaria a capo dell’organizzazione iraniana delle lesbiche». Contemporaneamente l’organo di controllo della Guidanza Islamica vota la chiusura del quotidiano colpevole di «promuovere l’immoralità».
Per molti osservatori la chiusura rappresenta solo la prima mossa anti-Rafsanjani in vista delle votazioni – a partire dal 23 agosto - per la nomina del presidente dell’Assemblea degli Esperti. Il nemico numero uno di Ahmadinejad è infatti il grande favorito nella corsa per la presidenza dell’influente organo di controllo costituzionale a cui spetta, tra l’altro, la nomina della Suprema Guida.
Gian Micalessin


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6 commenti:

acunamatata ha detto...

E' difficile esprimere un giudizio su tematiche del genere perchè purtroppo è facile cadere nella retorica che ci inonda da qualche anno a questa parte...e allora, con fin troppa facilità dire "alle armi".
E allora chi, come me, e da quanto ho capito, come te, non accetta che al mondo ci siano soprusi del genere, ma d'altro conto NON PUò, NON VUOLE credere che la guerra sia la soluzione...allora che fare?
Negli ultimi tempi il ruolo dell'Onu è stato discusso, affossato, rivalutato a piacimento dei politici nostrani...allora forse, se quel ruolo acquistasse il potere immenso per cui è stata concepita l'orgnizzazione, e si tentasse, TUTTI I PAESI DEMOCRATICI, NESSUNO escluso, di trovare un soluzione che non implichi sganciare bombe su civili...forse fatti del genere in Iraq e in tanti, troppi altri paesi del mondo, diventerebbero storia.
Purtroppo oggi, dire una cosa del genere, significa farsi etichettare come antiamericana, antibush..insomma comunista.
Ma perchè?E' comunista credere che la dignità vada tutelata, che i crimini vadano condannati e fermati, ma che quella tutela non possa essere assicurata a suon di missili?

Federico Zuliani ha detto...

Cara acunamatata, credo che il 99,9% delle persone al mondo vorrebbe "pace" nel mondo. La nuda e cruda realtà è che invece ci sono più di 100 conflitti, tra "guerre regionali", "guerre civili" e quant'altro...mica ce l'hanno gli americani il monopolio della guerra!

Venendo alla questione specifica, ossia l'Iran, io credo che a quel simpaticone di Ahmadinejad i missili basterebbe farglieli "annusare", altro che lanciarglieli in testa. Ma, soprattutto, bisognerebbe che ci fosse una bella operazione di "lobbying" su quei milioni di giovani studenti iraniani che non vedono l'ora di liberarsi dell'oscurantismo post-rivoluzionario. Armando di coraggio ed iniziativa quesa moltitudine, il più sarà fatto.

Grendel ha detto...

"...sganciare bombe su civili..."
Sarebbe il caso di parlarne con Ahmadinejad che finanzia, arma e addestra le milizie sciite irakene, Hezbollah e Hamas...

Old Whig ha detto...

L'Iran sta violando accordi internazionali da anni. Ergo merita sanzioni (economiche e politiche), e non perchè gli americani sono cattivi, ma perchè così prevede il diritto internazionale. O quest'ultimo vale solo quando bisogna sgridare Israele per eccesso di volontà di sopravvivenza?

Anonimo ha detto...

Che tristezza l'IRAN.
Fatevi due risate nel blog di questa pazza:

http://mujahida86.splinder.com/

Venendo al discorso sull'ONU,sull'IRAN e su ISRAELE.

L'ONU non ha potere. E per fortuna. Perché se si attuasse il "governo mondiale" sarebbe la fine della società civile. Il benessere è dato dalla frammentazione e non dall'unificazione. Si veda la Russia e pure l'UE. Un governo mondiale non permetterebbe a nessun uomo di scappare per evitare le decisioni liberticide che sicuramente e sottolineo sicuramente prenderebbe.
La politica europea antiisraeliana e antiamericana è figlia della crisi del petrolio del 73. Perché l'UE ha coscientemente barattato la sua politica estera con la fornitura del petrolio a prezzi vantaggiosi. Gli unici che si sono rifiutati di cedere al ricatto sono gli Stati Uniti. E perciò fa ancor di più specie (o forse si chiarisce tutto) che proprio gli europei dicano che gli Americani fanno guerre PER il petrolio. Noi europei per il petrolio appoggiamo politicamente (e riforniamo con armi) nazioni totalitariste e dittatoriali mentre facciamo l'Embargo a nazioni più libere e sane come Israele. (Non scherzo. La Francia ha smesso di vendere armi ad Israele e nel contempo ha deciso di rifornire Siria Egitto e Iran).
Noi abbiamo addirittura dato legittimità ad una organizzazione terroristica (OLP) e promosso un terrorista (Arafat) a rango di statista, e infine gli abbiamo dato pure il NOBEL PER LA PACE!!!!!!!
Detto questo. L'Iran deve considerarsi fortunato. Perché se al posto di Sharon o chi per lui ci fossi stato io, l'IRAN adesso sarebbe un deserto radioattivo.
E così pure gli altri stati arabi che continuano a pagare jihadisti che si fanno esplodere sugli autobus israeliani.
Fine dell'inciso.

polis ha detto...

Vi segnalo “Polis” il blog sulla politica all’indirizzo www.polisfs.blogspot.com
Se volete sono lieto e disponibile a fare uno scambio dei link.
Francesco da Polis